Come valutare il G8 appena concluso
Impossibile farlo oggi
Il G8 di Camp David appena concluso non si può valutare pienamente oggi, ma a partire dal vertice di Bruxelles di mercoledì, come ho scritto anche sul Foglio di sabato. Dire che "rigore e crescita" devono procedere assieme non aiuterà a lenire la recessione in corso, infatti. Meglio quindi monitorare l'avanzamento di alcuni dossier specifici, come fa oggi Federico Fubini sul Corriere della Sera:
Ma il punto delle vere divergenze è più di sostanza: i leader europei del G8 ieri non sono usciti dal G8 d'accordo su come alimentare la crescita. La Francia e l'Italia vorrebbero concordare al più presto anche misure per stimolare la domanda e creare posti di lavoro subito, prima che le riforme strutturali abbiano il loro effetto positivo. Gli strumenti indicati a questo scopo in Europa sono di due tipi: un solido aumento di capitare della Banca europea degli investimenti, perché possa rilanciare sui progetti e non solo difendere il proprio rating “tripla A”; e l'avvio di project bond europei (obbligazioni europee che raccolgano risparmio privato) attorno a opere ben precise.
Su questo Francia e Italia sono d'accordo. Ma su una decisa ricapitalizzazione della Bei per il momento è la Gran Bretagna di David Cameron che sta frenando, perché Londra sa che ne beneficierà ben poco. Quanto ai “project bond” europei, è invece la cancelliera tedesca Angela Merkel a esprimere ancora delle riserve. La Germania è d'accordo per condurre dei “progetti-pilota”, ma non per un piano massiccio in grado di creare posti di lavoro in tempi brevi. Berlino teme che la messa in comune dei rischi d'investimento in Europa finisca per scaricare sul proprio bilancio le eventuali perdite. Su questi temi, almeno per ora, l'intesa tra Merkel e il neopresidente francese Francois Hollande non è affatto decollata per il momento, anzi.
Se ne riparlerà al vertice europeo di mercoledì prossimo. (Federico Fubini, Corriere della Sera)