Gli inglesi pensano a Vendola e diventano euroscettici

Marco Valerio Lo Prete

Dai Project bond all'Acquedotto Pugliese Spa

    Londra non passerà alla storia come capitale morale dell'europeismo degli inizi del XXI secolo, è noto. Ma se lo scetticismo degli inglesi verso l'Unione europea continua ad aumentare lo dobbiamo anche alle nostre Regioni, ai nostri enti locali e, più precisamente, a opere come l'Acquedotto pugliese spa (unico socio: la Regione Puglia governata da Nichi Vendola).
    Infatti, proprio mentre si parla con insistenza di Project-Bond (emissioni di debito comune europeo per finanziare progetti infrastrutturali in tutto il continente), il think tank "The Bruges Group" ha appena tirato fuori un rapporto che mette in guardia il Regno Unito dall'eccessiva esposizione del paese verso la Bei (Banca europea per gli investimenti), uno dei potenziali soggetti chiave di questi nuovi Bond.

    Londra in totale è esposta per 149,2 miliardi di euro verso Ue ed Eurozona, e in particolare ha contribuito con 37,6 miliardi alle dotazioni della Bei. Oggi dunque è "fondamentale che la Bei mantenga il suo rating Tripla A, il che dipende dalla qualità dei suoi azionisti e da quella dei suoi prestiti". I paesi che più contribuiscono a finanziare l'istituto, se si escludono Germania e Regno Unito, hanno già tutti perso la Tripla A, e questo spiega la preoccupazione di Londra per la qualità dei presiti della Bei: se questi prestiti dovessero incagliarsi, la Bei potrebbe chiedere maggiori risorse (a partire dal capitale sottoscritto ma non ancora versato) proprio agli inglesi. Né c'è da stare tranquilli, considerati i recenti prestiti della Bei, spiega il think tank: tra gli 8 esempi di destinazioni rischiose per gli attuali investimenti per la Bei, si citano cinque esempi spagnoli e tre italiani: Acquedotto Pugliese Spa, Sviluppo Metropolitana di Roma e Atm Rinnovo Materiale Rotabile.

    Perché queste sarebbero destinazioni rischiose? Innanzitutto perché i prestiti sono stati approvati più per le loro finalità (ambientali, nel caso di AQP) "che per l'effettiva capacità del debitore di ripagare capitale e interesse dovuti", c'è scritto nel rapporto del Bruges Group. Inoltre, si chiedono gli inglesi, perché si deve ritenere che un periodo di recessione economica colpisca l'Italia e questo non debba avere un impatto anche sugli enti locali? Peraltro questi ultimi non offrono nemmeno le garanzie di uno Stato sovrano. E chissà cos'altro direbbero a Londra se sapessero che nella recente relazione della Corte dei conti depositata in Parlamento si sottolineano criticamente aspetti come la distribuzione dell'una tantum straordinaria da 12.250.000 euro all'unico socio, la Regione Puglia; la rinuncia a un'azione di responsabilità verso gli amministratori che hanno stipulato contratti "derivati" e addirittura l'erogazione di un incentivo straordinario all'amministratore unico che ha favorito la transazione costata 13,1 milioni di euro all'azienda!