Ora le imprese europee "minacciano" di lasciare la Cina

Marco Valerio Lo Prete

La Cina è l'Eldorado e, negli ultimi sei anni, ha contribuito più di ogni altro singolo paese del mondo alla crescita reale globale. Eppure quasi un'impresa europea su cinque, tra quelle presenti nell'ex Impero celeste, ora minaccia di spostare gli investimenti fuori dalla "fabbrica del mondo". E' quanto emerge dal rapporto pubblicato in queste ore dalla Camera di Commercio europea in Cina

    La Cina è l'Eldorado e, negli ultimi sei anni, ha contribuito più di ogni altro singolo paese del mondo alla crescita reale globale. Eppure quasi un'impresa europea su quattro, tra quelle presenti nell'ex Impero celeste, ora minaccia di spostare gli investimenti fuori dalla "fabbrica del mondo". E' quanto emerge dal rapporto pubblicato in queste ore dalla Camera di Commercio europea in Cina, organizzazione che rappresenta gli interesse degli imprenditori del Vecchio continente che hanno delocalizzato a Est. Il 22 per cento delle società consultate sostiene che sarebbe pronto a spostare gli affari in altri paesi emergenti (non in Europa, ovvio). Le ragioni sono essenzialmente due: "costi in aumento", inclusi quelli della forza lavoro, e "relativa facilità di fare affari in altri paesi in via di sviluppo". Come osserva Le Figaro, da uno studio simile realizzato a febbraio dalla Camera di Commercio statunitense, e limitato a Shanghai, emergeva che il 90 per cento delle imprese a stelle e strisce vede un ostacolo nell'aumento dei salari (che sarebbero cresciuti di circa il 20 per cento in un anno).

    Dallo stesso sondaggio della Camera di Commercio europea emerge però che il 74 per cento degli imprenditori intervistati sostiene che la Cina sta diventando "sempre più importante" nella strategia globale dei loro gruppi o perlomeno resta importante come nell'anno passato (23 per cento). Insomma, oltre il 90 per cento delle imprese europee ritiene fondamentale la propria presenza lì, e allora siamo sicuri che se ne vogliano andare così in fretta? Piuttosto il rapporto sembra tentare una moral suasion su Pechino. Le risposte che contano allora forse sono altre: il 48 per cento degli imprenditori europei in Cina dice di aver perso considerevoli opportunità di guadagno a causa delle barriere regolamentari esistenti e si dice deluso di come le imprese straniere facciano difficoltà ad adattarsi all'habitat competitivo locale anche per colpa di riforme annunciate ma mai pienamente realizzate.