La crisi globale? Anche no
Resta sorprendente il modo in cui, vivendo in un continente in crisi, a volte si perda la percezione di tutto quello che accade attorno all'Europa. Si prenda il settore dell'auto, per esempio, e si legga quello che scrive oggi Andrea Malan sul Sole 24 Ore. Il succo - lo anticipo subito - è questo: l'Europa è malconcia e potrà contagiare il mondo, ma per ora il mondo continua a crescere eccome.
"Mille miliardi di euro di fatturato, poco meno di 50 di utili di gestione: i conti dei maggiori produttori di auto mondiali non se la passano male. Anzia: sia il dato sui ricavi (1.010 miliardi di euro per le sole attività dell'auto, 1.150 comprese le attività diversificate) che quello sui profitti stabiliscono nuovi record. Un risultato tanto più rimarchevole se si considerano due fattori negativi di peso: la caduta del mercato europeo e i disastri naturali (terremoto e tsunami) che hanno colpito poco più di un anno fa il Giappone".
Continua Malan: "Il segno meno, che ancora due anni fa caratterizzava i conti di molti costruttori, è quasi scomparso dalla tabella: hanno chiuso in rosso la Mazda e le attività automobilistiche di Peugeot e Honda, con le due case nipponiche pensalizzate dai citati eventi straordinari. Dei poco meno di 49 miliardi di euro di utili di gestione, quasi metà (24 miliardi) sono stati guadagnati dai gruppi basati in Europa e 21,7 miliardi dai soli 3 big tedeschi".
Insomma gli europei sanno ancora fare affari, ma non in Europa evidentemente: "Da dove arrivano gli utili, e quali sono invece i punti deboli del settore? Anche se non tutti forniscono i dati per area geografica, i dati disponibili mostrano che è difficile guadagnare sul mercato europeo. Fiat, Ford e Opel scrivono tutte bilanci in rosso nel Vecchio continente, così come diverse case giapponesi; anche il passivo di Psa Peugeot e della Seat (gruppo Vw) viene essenzialmente dall'Europa. Alla cronica sovraccapacità produttiva si è aggiunta la recente crisi innescata dalle turbolenze valutarie, provocando una fortissima pressione al ribasso sui prezzi di vendita e quindi sui margini di profitto".
Quanto a fatturato, comunque, ecco la classifica delle principali aziende del 2011: Toyota, Volkswagen, General Motors, Ford, Nissan, Fiat Chrysler, Bmw, Daimler, Honda, Hyundai, Peugeot, Renault, Suzuki, Mazda, Mitsubishi.