Presto il blog a un lettore. Ecco cosa dice

Marco Valerio Lo Prete

Commentatori da tenere da conto

    Moreno Lupi, un lettore, ha lasciato un commento al post precedente. Credo sia condivisibilissimo, scritto bene e decisamente pertinente. Per ringraziare lui - e tutti i (pochi) lettori di questo blog - e per fare un favore a voi, ecco che lo ripubblico integralmente qui:

    Dall'Unità in poi, l'economia italiana non è mai stata i grado, globalmente, di assorbire e soddisfare la domanda di lavoro dei cittadini. La politica della gestione del problema è stata assunta, periodo fascista compreso, dallo Stato centrale, favorendo l'emigrazione, pochissimo o nulla il ritorno e poi creando un apparato pubblico, che libero da vincoli di bilancio, potesse calmierare la situazione. Ferrovie, Poste, Sanità, Scuola e Università, enti pubblici fantasiosi, Comuni e Province e poi Regioni, hanno garantito un'accettabile pace sociale. Con due pecche intrinseche: uno stato vegetativo permanente per la grande economia produttiva e la necessità di fare debiti. N'è generata una cultura del mercato del lavoro corporativa, rigida, ipergarantista per alcuni settori, sindacalizzata ideologicamente e chiusa a riccio nell'ambito nazionale, in sintesi squilibrata e impreparata ad affrontare i nuovi temi posti dall'economia globalizzata. Smaltire, rimodellare una simile impostazione culturale è difficilissimo, anche perché, di riffa o di raffa, tutti, imprese, politica, pubblica amministrazione, lavoratori e sindacati, ne sono stati partecipi e, in gran parte ne sono ancora. Viene da dire, col pessimismo della ragione che è quasi inevitabile che la malattia faccia il suo corso e perda virulenza. Non c'è terapia che tenga se il paziente la rifiuta. Il problema di fondo è sopravvivere mentre la malattia fa il suo corso. Moreno Lupi