Chi passa questo report di UBS ad Angela Merkel?
A Merkel quel che è di Merkel: oggi non saremmo qui a parlare di diminuire la spesa pubblica italiana se non fosse per la "hard line" dei leader europei e tedeschi nel 2011. Lo sostiene un report di UBS appena uscito e dedicato all'Italia. Gli analisti dell'istituto di credito, però, dedicano la parte principale delle loro riflessioni a un aspetto critico delle scelte di Berlino, Bruxelles e Francoforte: "Dopo il bastone - invece che una carota - è arrivato un altro bastone. Il debito sovrano italiano resta sotto una pesante pressione, così come le banche del paese, con effetti dannosi sul credito e sulla crescita. Finché questo stato di cose continua, la fiducia e l'attività economica non si stabilizzeranno".
Ancora: "L'approccio 'bastone-senza-carota' è doppiamente auto-distruttivo: primo, perché rende più difficile il consolidamento fiscale; secondo, perché mina il sostegno parlamentare per il governo del primo ministro Monti, rendendo impossibile il suo sforzo riformatore".
Che poi Roma qualche compito a casa lo sta pur facendo: "Entro la fine dell'anno l'Italia dovrebbe avere l'avanzo primario più alto di tutta l'Eurozona (3,6 per cento), dopo aver fatto segnare il secondo più alto (dopo la Germania) nel 2011".
Conclusione: "Sfortunatamente nel policymaking dell'Ue prevale ancora la rigidità e, anche se le richieste della lettera BCE sono in corso di implementazione in maniera obbediente, gli interessi sui titoli del debito italiano sono lasciati liberi di fluttuare verso l'alto, mentre l'avversione al rischio è aumentata da eventi che avvengono altrove. Questo approccio è destinato al fallimento". A Merkel quel che è di Merkel, anche nelle colpe.