Churchill anti tasse e la sua lezione all'Europa

Marco Valerio Lo Prete

    Quello in corso tra Roma e Berlino è un confronto diplomatico, ma prim'ancora una sfida intellettuale. Il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, dovrebbe agire di conseguenza e continuare nella sua opera di falsificazione del “modello convenzionale” adottato finora per uscire dalla crisi dell'euro. Il suggerimento viene da Rainer Masera, economista, dal 1975 al 1988 direttore centrale della Banca d'Italia e poi nel 1995-96 ministro tecnico del Bilancio nel governo Dini. La settimana scorsa Masera, durante un seminario organizzato alla Farnesina dalla Fondazione Economia Tor Vergata del professore Luigi Paganetto, si è rivolto a una ristretta platea di diplomatici, economisti e rappresentanti delle organizzazioni internazionali e ha esordito con una citazione: “Una nazione che si tassa nella speranza di diventare prospera è come un uomo in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico. Lo disse Winston Churchill, non un pericoloso sovversivo”. Alla vigilia del bilaterale di oggi tra Monti e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, Masera ha ripercorso il suo ragionamento parlando al Foglio: “Sostenibilità delle finanze pubbliche, stabilità monetaria e solidità delle banche sono obiettivi condivisibili. Il problema sono gli strumenti errati con i quali l'Europa tenta di perseguirli, in ossequio alla strategia teutonica e al pensiero economico lì dominante”.

    Leggi qui tutta l'intervista a Rainer Masera apparsa oggi sul Foglio di carta