L'Agenda Zingales per uscire dalla crisi
Cosa sostiene il Chicago boy
Per Luigi Zingales, economista dell'Università di Chicago, la crisi è una e trina: è crisi dei mutui subprime, ma allo stesso tempo è diventata crisi dell'euro e crisi del welfare occidentale. Per questo è più difficile superarla rispetto a una "crisi semplice". Sull'Espresso di questa settimana, il prof. liberista fa tre proposte per cambiare rotta:
La prima soluzione passa per l'aumento dei meccanismi di solidarietà a livello europeo. Dopo l'unione bancaria, che prevede anche un sistema di salvataggio delle banche, sarebbe utile introdurre un sussidio di disoccupazione comune europeo pagato con fondi comuni. Questo aiuterebbe ad ammortizzare i costi della crisi nel Sud Europa senza creare meccanismi perversi che premiano i governi che spendono di più.
A livello italiano gli spazi di manovra sono fortemente limitati dal vincolo di bilancio. Una manovra possibile sarebbe una riduzione della spesa pubblica accompagnata da un taglio del carico fiscale sul lavoro. Questa riduzione del cuneo fiscale, ovvero della differenza tra quello che un'impresa paga e quello che un lavoratore percepisce, favorirebbe un aumento dell'occupazione e della crescita.
L'altra area di intervento è quella del credito. Oggi le banche italiane prestano poco o nulla perché non hanno i soldi per farlo. Dall'altro lato la Cassa Depositi e prestiti (Cdp), controllata al 70 per cento dal ministero dell'Economia, ha soldi da buttare via in operazioni finanziarie di scarsa utilità sociale come l'acquisto del 4,5% di Generali da Bankitalia. Perché non usare i soldi per finanziare le imprese e i privati? La Cdp non ha la struttura per erogare credito in modo capillare, ma potrebbe farlo indirettamente, sfruttando la struttura delle banche: quindi offrirsi di riscontare a tassi di favore i nuovi prestiti fatti dalle banche, lasciando in carico alle banche il primo 5 per cento di perdite. In questo modo gli istituti mantengono gli incentivi a prestare in modo oculato, ma non devono impegnare capitali che non hanno. E consumatori ed imprese riacquistano accesso al credito.