"L'Europa nemmeno una crisi decente sa fare". Parla Marsh
David Marsh, giornalista e storico del processo di integrazione europea, conoscitore del dibattito teutonico (che anima con suoi interventi sul quotidiano finanziario Handelsblatt), autore tra l'altro del celebrato saggio "The Euro: The Battle for the New Global Currency" (Yale University Press), ha commentato con il Foglio gli ultimi sviluppi nel continente europeo. Di seguito i virgolettati integrali, sintetizzati sul Foglio di sabato in questo articolo.
CRISI CIPRIOTA
In Germania, sulla scorta dell'instabilità cipriota e italiana, l'idea di separare le sorti dei paesi con la moneta unica “si sta rafforzando”. “L'effetto più importante della crisi cipriota lo vedremo sulla Germania. In Europa i tedeschi sono quelli con i maggiori risparmi, perciò percepiscono di più il pericolo. Temono che, se ci fosse un problema serio e strutturale nella moneta unica, i politici andrebbero a mettere le mani nelle loro tasche. L'ipotesi di un prelievo forzoso sui depositi che è stata ventilata per Cipro è come un genio uscito dalla lampada: sarà difficile farlo rientrare”. Quasi un tedesco su due (48 per cento), infatti, è preoccupato per i suoi risparmi.
CONSEGUENZE DEL VOTO ITALIANO
Sul risultato uscito dalle urne italiane, Marsh, che scrive anche per il Wall Street Journal, sostiene che "le elezioni sono state uno choc per i mercati. Questi hanno scoperto che a loro piaceva Mario Monti ma agli italiani non piacciono le politiche di Monti. Certo, l'economia italiana, come ha detto il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, va avanti con il pilota automatico, non potrà abbandonare presto l'austerità. Ma il voto ha un importante significato politico”. Per lo storico ed euroscettico inglese, per esempio, “la rinnovata incertezza in Italia porterà Draghi a sposare una linea più conservatrice di politica monetaria. Risultato curioso: il voto anti austerity rafforzerà le posizioni della Bundesbank”.
Un effetto simile vale anche per l'opposizione socialdemocratica a Merkel, in vista delle elezioni di settembre: “In Germania non si conquistano voti mostrandosi ‘morbidi' coi paesi del sud. Senza contare che Cdu e Fdp, all'opposizione, sarebbero molto più critici verso le politiche europee del futuro governo. Penso che la sola strategia con cui Peer Steinbrück possa vincere le elezioni, e potrebbe farlo piuttosto facilmente, sarà mostrandosi più competente e duro di Merkel. La cancelliera ha mostrato un'incredibile mancanza di competenza sull'affaire Cipro; se ora Steinbrück dicesse 'saremo più morbidi rispetto agli Europei del sud', sprecherebbe questa occasione". A proposito dell'Spd, Marsh non si dice stupito per gli studi che iniziano a circolare a sinistra e che prevedono una "core Europe" che in futuro potrà escludere l'Italia, ma non la Francia: “Sono un po' sorpreso che la Fondazione dell'Spd lo dica esplicitamente, non sono affatto sorpreso che ci ragioni su”.
PERCHE' BERLINO TIENE DA CONTO PARIGI (PER ORA)
Perché la Francia, nonostante i dati macroeconomici decisamente negativi, continua a godere di uno status privilegiato nell'establishment tedesco? "C'è ancora molto rispetto per Parigi per ragioni storiche, ma molto meno rispetto per quanto avviene ai nostri giorni. Comunque i tedeschi, di questi tempi, sono tutt'altro che avventurosi e quindi non diranno mai alla Francia: 'Non siete fatti per stare assieme a noi'. Se invece i francesi un giorno diranno ai tedeschi: 'Non siete fatti per stare con noi', allora i tedechi probabilmente alzerebbero le spalle e continuerebbero a fare affari con Russia, Cina o Brasile". "Per l'Italia la situazione è diversa. Già negli anni 90 c'erano personalità come Hans Tietmayer, presidente della Bundesbank, secondo i quali l'Italia non avrebbe dovuto aderire all'Unione monetaria. L'Italia è ritenuta un paese amichevole, con un bel paesaggio, delle belle donne, una lingua musicale e ottimo cibi, ma non veramente serio. Mentre la Francia è importante per la Germania perché serve a coprire il fatto che la Germania è troppo forte. Si potrebbe anche sostenere, però, che i francesi hanno bisogno dei tedeschi per coprire la loro eccessiva debolezza. E' una forma di sinergia simbiotica". Tuttavia in futuro anche per Parigi varrà la regola per cui “ai tedeschi non piace fare affari con le persone per cui provano pena, con i perdenti. Se Parigi non supererà gli esami in futuro, non resterà nelle grazie di Berlino”.
SCENARI FUTURI: "NEMMENO UNA CRISI DECENTE RIUSCITE A FARE"
Divisione in due dell'Europa? Break-up completo o unione politica e fiscale? Per Marsh non è così netto il futuro dell'Unione: "L'Europa continuerà con la strategia del ‘tirare avanti barcamenandosi'. Il continente è in una situazione così disgraziata da non riuscire nemmeno a dare vita a una crisi decente”. Personalmente, comunque, Marsh non ritiene che "il 'muddling through', il cavarsela barcamenandosi senza una strategia, sia una buona opzione. Credo però sia l'unica opzione. Io non avrei proprio avviato il processo di integrazione in questa maniera. Ma per fortuna non sono ai posti di comando!".