Ormai l'Imu c'è, meglio lasciarla al suo posto

Marco Valerio Lo Prete

Stagnaro ritorna in controtendenza sul coro anti-Imu

    Un governo bipartisan fondato sulla riduzione dell'Imu, quello di Enrico Letta, almeno a giudicare dal discorso su cui il presidente del Consiglio incaricato ha appena chiesto la fiducia alle Camere. Pure qualche liberal-liberista però, come Carlo Stagnaro dell'Istituto Bruno Leoni, dice che l'imposta sulla prima casa non dovrebbe essere la prima a essere abbattuta, anzi. Anche perché, nel confronto europeo, la nostra casa non sarebbe poi così tartassata.

    Qualche giorno fa gli ho chiesto dunque: "Mi chiedo: perché rincorrere l'Europa all'insù, cioè adeguando la tassazione sugli immobili, e non farlo invece all'ingiù, cioè riducendo la tassazione su reddito e lavoro? Se le classi dirigenti italiane per decenni hanno praticato quella che Amilcare Puviani ha definito "illusione finanziaria" ai danni del cittadino-contribuente, perché d'un tratto dovremmo allora diventare tutti fiduciosi e attendere con speranza un taglio delle tasse su reddito e lavoro a mo' di compensazione dell'inasprimento sull'Imu? Nel lungo termine, infatti, saremo tutti morti, ma già da un anno siamo tornati a pagare l'Imu, o sbaglio?".

    Di seguito la risposta di Carlo: 

    Alla tua domanda rispondo in modo banale: non sto chiedendo di rincorrere l'Europa al rialzo (cioè, non chiedo di aumentare l'Imu). Dico semplicemente che dovremmo rincorrerla al ribasso concentrandoci su quelle imposte che hanno un effetto negativo più forte su investimenti, crescita e occupazione (esattamente in quest'ordine). La domanda politica è: supponiamo di individuare tagli di spesa dell'ordine dei 5 miliardi di euro / anno. Cosa ne facciamo? La risposta della maggior parte dei politici è: tagliamo l'Imu sulla prima casa. La mia obiezione è che, con la stessa cifra, si potrebbe rendere parzialmente o totalmente deducibile il costo del lavoro dalla base imponibile Irap. Quale dei due provvedimenti fa più bene al paese? Potresti obiettare: benissimo, ricuperiamo 10 miliardi anziché 5 e facciamo entrambe le cose. Ma anche qui, io - se avessi questi 5 miliardi addizionali - vedo altre priorità, per esempio scongiurare l'aumento automatico dell'Iva a luglio o incidere più profondamente sull'Irap. E così via: se, insomma, devo fare delle priorità, l'Imu arriva molto in fondo. Sicuramente arriva ben oltre gli 80-100 miliardi di euro che sono ricavabili, nelle ipotesi più radicali, dalla spending review. Cioè, se anche avessimo 100 miliardi da destinare all'abbattimento delle imposte, prima dell'Imu vorrei abolire o ridurre Irap, Irpef, Ires, eccetera. In sostanza: tra tutte le tasse che abbiamo, l'Imu è una delle meno dannose o distorsive. Nel lungo termine saremo morti se non abbattiamo la pressione fiscale, a partire dalle imposte più dannose.