"Concertazione" in stile Fmi. Siete pronti?
Chi ha detto che le grandi organizzazioni economiche internazionali escludano a prescindere la "concertazione" tra le parti sociali con la mediazione del governo? Ora si scopre infatti che perfino il Fondo monetario internazionale, da tanti bollato come burattinaio liberista dei governi di mezzo mondo, non esclude tale strategia. Ecco però a quali condizioni, come emerge da un "box" un po' sottovalutato e contenuto nel rapporto Article IV pubblicato dopo le consultazioni cone le autorità spagnole.
Alle controparti spagnole, il Fmi illustra infatti i "potenziali benefici di un accordo sociale ambizioso su crescita e occupazione", benefici che verrebbero da "un processo più rapido di svalutazione interna". Fuor di gergo, ecco le condizioni che le parti sociali dovrebbero accettare secondo il Fmi (in linea del tutto ipotetica, si premurano di scrivere gli estensori del rapporto): "Un accordo per ridurre i salari nominali del 10 per cento in due anni; uno stimolo fiscale temporaneo per i salari: i contributi sociali vengono ridotti (l'aliquota contributiva è tagliata di circa l'1,75 per cento), dopodiché l'aumento dell'Iva si prevede tra due anni, e questo lasso di tempo aiuta i cittadini durante il periodo di calo dei salari". L'aggiustamento di prezzi e salari, secondo il Fmi, sarebbe in questo modo "relativamente veloce". La discesa di salari e prezzi "si trasformerebbe in una svalutazione reale del 5 per cento in tre anni, spingendo le esportazioni e rallentando le importazioni. Importante, poi, il fatto che un accordo sociale credibile avrebbe un forte impatto positivo sugli investimenti, considerato l'abbassamento dei costi di produzione e il miglioramento delle prospettive future. Il pil sarebbe del 5 per cento maggiore rispetto alle stime attuali. Il deficit fiscale crescerebbe, ma poi calerebbe rapidamente grazie all'aumento del gettito fiscale dell'Iva e all'economia più robusta". Soprattutto, "il tasso di disoccupazione scenderebbe di 6-7 punti percentuali entro il 2016", dal 27 per cento di oggi.
In Italia, chi sarebbe pronto a "accordo sociale ambizioso" come questo prospettato a Madrid? La Cgil, forse? E la Confindustria? Con quale governo, inoltre, in grado di proporre una piattaforma simile per la trattativa? La concertazione alle parti sociali italiane piace per definizione, quella suggerita dal Fmi forse un po' meno.
P.S. Questo tipo di concertazione sembra piacere molto anche all'Unione europea, a giudicare dall'ultimo post del blog del Commissario Ue Olli Rehn. Ergo, non vi stupite se domani qualcuno lo proporrà anche all'Italia.