Tutti rilevanti in Europa, tranne...
Philippe Ricard, corrispondente del Monde a Bruxelles, domenica sul suo giornale ha pubblicato uno scoop niente male (articolo, ahimè, a pagamento!): ha ripreso, finora senza smentite, il resoconto della discussione al Consiglio Ue, con parecchi virgolettati. Si legge di un'Angela Merkel un po' sopra le righe (qui l'editoriale sul Foglio di oggi), arrivata a compiere un parallelo tra la situazione dell'Eurozona oggi e quella decadente della sua Germania dell'Est ai tempi del comunismo.
La discussione riguardava in particolare i cosiddetti "contratti per le riforme", voluti soprattutto da Berlino e da alcuna i altri Paesi nordici per spingere in avanti il processo riformatore nell'Europa mediterranea. Merkel, sbottando di fronte alle resistenze (in particolare spagnole), ha detto tra l'altro: "Se tutti ci comporteremo come accadeva sotto il comunismo, allora saremo perduti". Ora, è interessante osservare chi ha preso una posizione netta, secondo Ricard, sulla questione; e chi ha detto cose degne di nota, a favore o contro i "contratti", e che quindi il giornalista francese ha ritenuto degne di essere riportare per i lettori: Angela Merkel (Germania) ovviamente, Herman Van Rompuy e Josè Manuel Barroso (Ue), Mario Draghi (Bce), Werner Faymann (Austria), Mark Rutte (Olanda), Jyrki Katainen (Finlandia), "pour les pays du Sud" Mariano Rajoy (Spagna), Francois Hollande (Francia), Elio di Rupo (Belgio). Manca qualcuno, secondo voi?