Non solo banche. Cosa pensa Enria (Mr. Stress test) del crollo delle Borse
Le Borse europee anche oggi hanno chiuso in terreno negativo, a eccezione di Francoforte. Il presidente della European Banking Authority, riferendosi ai risultati in arrivo sullo stato di salute degli istituti di credito, avverte: “Non troppo diversamente dal 2011, alcuni risultati non saranno troppo tranquilli...”.
Le Borse europee anche oggi hanno chiuso in terreno negativo, a eccezione di Francoforte che chiude in rialzo dello 0,13 per cento: il Cac 40 di Parigi cede lo 0,54%, l'Ftse 100 di Londra perde lo 0,25%, peggio ancora hanno fatto Milano (Ftse Mib -1,21%) e Madrid (Ibex -1,45% a 9.696,1 punti). Anche lo spread dei titoli italiani e spagnoli rispetto ai Bund tedeschi è aumentato.
A margine dell'Einaudi Lecture, organizzata dal Dipartimento di Economia dell'Università di Torino e svoltasi oggi nell'Aula Magna del campus universitario Luigi Einaudi, Andrea Enria, presidente della European Banking Authority (Eba), ha risposto a una domanda del Foglio sull'origine delle turbolenze finanziarie sui mercati di questi giorni: “Non credo che abbiano a che fare con un'apprensione per gli stress test bancari, anche perché i risultati verranno pubblicati soltanto il 26 ottobre prossimo. Penso piuttosto che siano altri i fattori determinanti, tra cui le notizie sul taglio delle stime di crecita nell'Eurozona, gli annunci della Fed americana sul quantitative easing e il crollo dei prezzi del petrolio”.
Poi però ha aggiunto, riferendosi ai risultati in arrivo sullo stato di salute degli istituti di credito: "Confesso però che mi preoccupa nuovamente, come accadde nel 2011, anche se allora era peggio ed era successo prima, che ci si avvicini alla pubblicazione dei risultati in un momento dei mercati non tranquilli. Questo rende l'attività dell'autorità più complicata". Nel corso della Lecture, Enria ha ripercorso le fasi salienti della centralizzazione dei poteri di vigilanza bancaria a livello UE, citando spesso l'ex-Ministro delle Finanze italiano, Tommaso Padoa Schioppa, il quale ha avuto il merito, a suo dire, di avere anticipato molte di quelle misure che sono state poi approvate dal 2011 in avanti. Secondo Enria, bocconiano che ha un passato in Banca d'Italia e in Bce, il problema principale con cui si è trovata a fare i conti l'Unione negli anni passati è la crescita esponenziale del settore bancario a livello europeo non combinata da un trasferimento immediato di responsabilità a livello sovranazionale: “Mantenendo i poteri di vigilanza a livello nazionale, quando è arrivata la crisi, abbiamo costretto i grandi gruppi trasfrontalieri a tornare piccoli”. Ora però le cose sarebbero destinate a cambiare: “L'unione bancaria, adottata all'unanimità da tutti gli Stati in tempi davvero veloci, rifonda il mercato unico bancario”.
Una parola finale Enria l'ha dedicata anche ai titoli di Stato e alle proposte della Bundesbank: “Credo che vi sia un'eccessiva concentrazione di titoli nella pancia di molte grandi banche. Il problema è la concentrazione, però, non il trattamento regolatorio preferenziale, come suggerisce Jens Weidmann”.