Quando in Grecia Tsipras e Samaras andavano d'amore e d'accordo
Oggi è il gran giorno delle elezioni greche. Ai lettori del Foglio abbiamo provato a raccontare anche gli aspetti meno scontati della situazione del Paese più colpito dalla crisi dell'Eurozona. Qui ci sono le prime quattro puntate del mio reportage da Atene, qui il punto sui rapporti tra Banca centrale europea e banche elleniche, poi un viaggio tra le start up e i barlumi di risveglio imprenditoriale del paese, infine interviste e analisi sugli interessi cinesi presenti in loco.
E' sufficiente però un buon archivio per ricordare ai lettori che i grandi sfidanti di oggi, Alexis Tsipras (leader del partito di sinistra radicale Syriza) e Antonis Samaras (presidente del Consiglio uscente, conservatore), un tempo andavano d'amore e d'accordo. Era il maggio 2011, al governo c'era ancora il socialista George Papandreou, che ai suoi colleghi di allora chiese di formare un governo di "unità nazionale" o quantomeno di sostenere le riforme necessarie ad accedere ai fondi della Troika ed evitare il default. Ecco la risposta che ebbe dagli allora leader dell'opposizione:
"To this demonstrably mistaken recipe I will not agree", its leader, Antonis Samaras, said on May 24, after meeting with Papandreou and declining to cooperate with the plan his government was developing to assuage the troika. The far left was even less cooperative: "I didn't come to discuss the looting of Greek society by Mr. Papandreou. I came to tell him that he must not... go ahead with this crime against the Greek people", said Alexis Tsipras, head of the coalition of communist parties.
Tratto da quanto ha scritto Neil Irwin nel suo libro mai sufficientemente lodato e intitolato "The Alchemists".