Dama Bianca e retate a effetto, il contorno mediatico del giorno della prima quirinalizia

Maurizio Crippa

Non vorrei essere divisivo, basta e avanza Prodi.

Non vorrei essere divisivo, basta e avanza Prodi. Ma il giorno della prima, i giornali si dividevano come cime ineguali tra #dueballeQuirinale e un’epifania di bizzarri revenant, fantasmi della morta gora informativa dei giorni di stracca, quando c’è soltanto da intrattenere i lettori. Scultoreo come un bronzo di Riace, ecco “l’ndranghetoso che rideva”, pura mitologia investigativa. Stavolta il terremoto è in Emilia, ma “il patto di sangue” tra mala e politica e “i nostri voti ti portano in cielo” sono quelli delle indagini migliori: 160 arresti, non ne sentiremo parlare. E poi, la Dama Bianca. Do you remember la Dama Bianca, quella che era nello staff di indovina chi e in quello della regione indovina quale (a proposito, Mafia Capitale che fine ha fatto, col prossimo cargo di revenant?) e passava i metal detector con derrate di cocaina più invisibile di Gianni Cuperlo quando fa una dichiarazione? Rieccola, verbali alla mano e filotto di arresti (daje Angelino, è in giorni come questo che il cittadino vuol sapere che al Viminale non si dorme mai). Mancava Erri De Luca, zombie coi baffi, però mannaro: “Sabotare è verbo nobile”. Tutti sospinti verso la schiuma della pagina, credo, da un vuoto d’aria sottostante. Ma sopra a tutti, più revenant che mai, quasi una Sibilla Cumana, la vera Dama Bianca, intesa Michaela Biancofiore: “Abbiamo capito che gli piace fare il furbetto” (Renzi). “E quando l’avreste capito?”. “L’altro giorno”. Apperò, un’autentica veggente di Medjugorje. En attendant la First lady, Dama Bianca tutta la vita.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"