Et voilà Imposimato, il capo dello stato del doppio stato
Farsi dare del “vivente” nella notte dei grillini morenti (“il più grande esperto di terrorismo vivente”, e pure il maggiore esperto di mafia, “sempre vivente”), è già un cattivo affare, direbbe san Tommaso Moro. Per il Quirinale, poi.
Farsi dare del “vivente” nella notte dei grillini morenti (“il più grande esperto di terrorismo vivente”, e pure il maggiore esperto di mafia, “sempre vivente”), è già un cattivo affare, direbbe san Tommaso Moro. Per il Quirinale, poi. E’ il magistrato che più ha provato a far luce su Moro (quell’altro), per poi sprofondare nella notte in cui tutte le balle sono bigie e spiegare “i 55 giorni che sconvolsero l’Italia” sulla base delle rivelazioni di un riconosciuto impostore raccattato in internet (sarà per questo che piace a Grillo?). E adesso il più grande esperto di doppio stato vivente rischia di essere votato dalla più grande accozzaglia di creduloni morenti. Sempre un pessimo affare. Che poi, che cosa unisce mai l’uomo che s’è fatto le mejo inchieste col doppiofondo (Moro, Ali Agcà, la banda della Magliana) ai transeunti grillini? Diamine, è proprio la serena vecchiaia che Ferdinando Imposimato s’era preparato, di narratore complottardo e specialista, appunto, in doppifondi. La verità processuale era solo un mestiere; la Verità Nascosta, quella è la vocazione. C’è l’Italia delle “stragi impunite”, che non è una canzone di Elio. E la strategia della tensione tutta colpa del Bilderberg, ché il “vero potere” aveva dichiarato guerra alla democrazia. Sull’11 settembre, che ve lo dico a fare? Così alla fine di una lunga vita di magistrato onnisciente e storyteller desolante, potrebbe diventare un perfetto capo dello stato: del doppio stato. (Ma se è tutta colpa di Bilderberg, perché non votano Borghezio?).
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