Equanimità di GdL
Per dovere di equanimità, va detto che la colpa forse non è di Ernesto Galli della Loggia
Per dovere di equanimità, va detto che la colpa forse non è di Ernesto Galli della Loggia, ma dei titolisti del Corriere. Ogni volta che scrive, gli mettono un “cattolici” nel titolo (“Liberali e cattolici”, ieri). Cattolici in politica non ce n’è più, l’ultimo l’hanno delocalizzato al Quirinale, liberali non so. Ma loro, titolano. Per dovere di equanimità, va detto che Galli della Loggia affrontava un tema più ampio, d’insieme, e dei cattolici quasi non parla: solo alla fine, un po’, a proposito del patto sui valori stipulato in ère defunte con il Cav. Parlava, Galli della Loggia, di cose più profonde e forse irrisolvibili persino oggi, a Nazareno irresuscitabile. Com’è che in vent’anni la sinistra, si chiede, ha saputo fare politiche di sinistra ma anche di destra? E la destra invece, quando governa, non sa farne né di destra né di sinistra, cosicché parte sempre svantaggiata, pur essendo maggioranza nel paese? Gran bel tema, soprattutto non se l’era mai posto nessuno. Per dovere di equanimità, va detto che Galli della Loggia, che è equanime per definizione, distribuisce le colpe con saggia bilancia. Un po’ più a destra, vabbè, ma cum grano salis. Per dovere di equanimità, bisognerebbe dire che non è nemmeno colpa sua, né dei titolisti. Forse è il Corriere della Sera in sé che, in questi frangenti, non sa più da che parte spararla. E se ne resta, come dire, equanime.
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