Il paradiso della brugola e altri brianzolismi scorretti
La Oeb non è quel che si dice un nido di morbidezze di quel made in Italy che piace tanto oggi
La Oeb non è quel che si dice un nido di morbidezze di quel made in Italy che piace tanto oggi, piccolo è bello, chilometro zero e felici start up di marmellate da decrescita, da sfamarci il pianeta e lenire il nostro ego sofferente. E’ un fabbricotto che sta in centro a Lissone, che butta fumi anche di notte, di fianco c’è la chiesa, le case, anche una pizzeria. L’anno scorso ha buttato fuori un miliardo e 650 mila viti, di quelle per l’appunto “a brugola”, dal cognome del signor Egidio che cominciò a sfornarne nel 1926. Il signor Giannantonio, morto ieri a 73 anni, ereditò l’azienda del papà che ne aveva solo 16, era rimasto orfano. Una vita “de laurà”, come si dice in Brianza, poca poesia e molta sostanza, ma qualche bel sogno s’è l’è cavato. Come far arrivare il suo magico atterezzo fin sulla luna, con l’Apollo 11. Non proprio “il paradiso della brugola”, ché quella è una gag di Aldo Giovanni e Giacomo per un loro film. Una gag che voleva dire, appunto, il contrario di ogni impossibile “California dreaming”. Ma fatta con affetto, l’affetto del popolo. Il popolo brianzolo, non particolarmente estetico, men che meno filosofo. Anzi se volete naturaliter vocato a una certa bruttezza, e che se può le tasse le balza (ma il signor Brugola no, eh!). Il popolo, per intenderci, che fa ribrezzo a Paolo Virzì. Ma poi ci sarà mai stato, sulla luna, Paolo Virzì?


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