Il paradiso della brugola e altri brianzolismi scorretti

Maurizio Crippa

La Oeb non è quel che si dice un nido di morbidezze di quel made in Italy che piace tanto oggi

    La Oeb non è quel che si dice un nido di morbidezze di quel made in Italy che piace tanto oggi, piccolo è bello, chilometro zero e felici start up di marmellate da decrescita, da sfamarci il pianeta e lenire il nostro ego sofferente. E’ un fabbricotto che sta in centro a Lissone, che butta fumi anche di notte, di fianco c’è la chiesa, le case, anche una pizzeria. L’anno scorso ha buttato fuori un miliardo e 650 mila viti, di quelle per l’appunto “a brugola”, dal cognome del signor Egidio che cominciò a sfornarne nel 1926. Il signor Giannantonio, morto ieri a 73 anni, ereditò l’azienda del papà che ne aveva solo 16, era rimasto orfano. Una vita “de laurà”, come si dice in Brianza, poca poesia e molta sostanza, ma qualche bel sogno s’è l’è cavato. Come far arrivare il suo magico atterezzo fin sulla luna, con l’Apollo 11. Non proprio “il paradiso della brugola”, ché quella è una gag di Aldo Giovanni e  Giacomo per un loro film. Una gag che voleva dire, appunto, il contrario di ogni impossibile “California dreaming”. Ma fatta con affetto, l’affetto del popolo. Il popolo brianzolo, non particolarmente estetico, men che meno filosofo. Anzi se volete naturaliter vocato a una certa bruttezza, e che se può le tasse le balza (ma il signor Brugola no, eh!). Il popolo, per intenderci, che fa ribrezzo a Paolo Virzì. Ma poi ci sarà mai stato, sulla luna, Paolo Virzì?

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"