L'Aula del Parlamento di Strasburgo (foto LaPresse)

Letterina da Strasburgo sulle gay family, è la democrazia

Maurizio Crippa
Hai voglia, piccolo giornale, a lanciare un referendum democratico e nazionale sulle nozze gay (e hanno voglia anche quelli, a organizzare un Family day post atomico a San Giovanni, “a favore della famiglia naturale”).

Hai voglia, piccolo giornale, a lanciare un referendum democratico e nazionale sulle nozze gay (e hanno voglia anche quelli, a organizzare un Family day post atomico a San Giovanni, “a favore della famiglia naturale”). Poi, nell’èra tecnocratica e sovranazionale ti arriva una lettera dall’Europa, come si trattasse delle pensioni o del debito, come a dei greci qualsiasi. Il Parlamento di Strasburgo ha approvato un rapporto sull’uguaglianza di genere in Europa in cui, per la prima volta, parla esplicitamente di “famiglie gay”. L’Assemblea che non prenderebbe atto manco del capovolgersi dei barconi “prende atto dell’evolversi della definizione di famiglia”. E democraticamente raccomanda che i paesi si adeguino e che le norme “tengano conto di fenomeni come le famiglie monoparentali e l’omogenitorialità lgbt”.

 

Il tutto in una risoluzione in cui si va dai diritti delle donne disabili ai migranti, dalle minoranze etniche alle donne anziane, dai Rom alle madri single. Che è un po’ come farne una questione razziale, ma pazienza. Relazione non vincolante, certo (del resto 341 sì, 281 no e 81 che si astengono come una minoranza del Pd non è un voto bulgaro). Ma lasciare che i singoli stati “tengano conto dei fenomeni” in base alla propria cultura e storia, senza inchinarsi alle maggioranze di Strasburgo, avrebbe un sapore più liberale (martedì lo stesso Europarlamento ha rinviato il voto sul Ttip, forse non sapendo di cosa prendere atto. Ma lì ballano i quattrini, non le persone).

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"