Prima o poi ce la cantiamo e ce la suoniamo. L'inno di Grillo

Maurizio Crippa
La notizia che il Movimento 5 stelle avrà un nuovo inno da cantare, proprio nel giorno in cui vogliono mandare in prigione il fondatore come un Mandela qualsiasi, è di quelle che riempiono il cuore, e svuotano la mente. Il titolo è tra il calcistico e il wannabe erotomane, “Lo facciamo solo noi”.

Veltronianamente parlando, non s’imprigiona un’emozione. Del resto, come nei romanzi d’appendice, la voce libera di un canarino non si può ingabbiare dentro una cella. L’ergastolano dalla barba bianca sta lì, ma la melodia felice se ne va, oltre il cielo a scacchi. O per dirla tutta, con i Pooh, momento hegeliano: “Non restare chiuso qui, pensiero”. Il pensiero fattosi musica, fattosi bellezza e armonia, fattosi il (loro) canto libero. Loro inteso dei grillini, sì. Se però si sbrigano a impararlo tutto a memoria, entro il 17 ottobre, data del raduno di Imola.

 

La notizia che il Movimento 5 stelle avrà un nuovo inno da cantare, proprio nel giorno in cui vogliono mandare in prigione il fondatore come un Mandela qualsiasi, è di quelle che riempiono il cuore, e svuotano la mente. Il titolo è tra il calcistico e il wannabe erotomane, “Lo facciamo solo noi”, il testo è lungo come una campagna delle primarie del Pd, ci sono versi di poesia esiziale tipo “Noi diamo i soldi per fare le strade / loro distruggono la scuola pubblica / noi finanziamo le piccole imprese / loro le fottono con la politica”.

 

 

S’erano tanto derisi i patrioti azzurri per il loro “Meno male che Silvio c’è”, s’era tanto polemizzato per i bambini che cantarono festanti al nostro caro premieri. Ma ai grillini a squarciagola non eravamo ancora pronti. Anche se a lasciare il dubbio alla fine è quel ritornello, “Prima o poi governiamo noi”. Che sembra un coro da stadio di provincia: “Torneremo, torneremo, torneremo in serie A”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"