Il brocardo di Vespa sulla Rai e il traditore
Il brocardo a prova di proiettile per cui Bruno Vespa passerà alla storia d’Italia, non soltanto televisiva, è quello sulla Dc come “suo azionista di riferimento”. Tre giorni dopo “l’intervistatuni”, anche quelli che l’avevano difesa per libertà professionale sono costretti a dire che fu omertosa, e non andava fatta così. Mentre i vertici Rai che l’hanno autorizzata un po’ distrattamente (per usare un eufemismo alla Mario Merola) ora predicano rigore e pugno di ferro e dicono che in futuro fattacci così non accadranno più. “Prima abbiamo deciso di occuparci dell’informazione giornalistica in senso stretto”, ha detto Campo Dall’Orto in commissione Antimafia, ora “stiamo cercando di far cambiare marcia al genere dell’infotainment”.
Dai frequenti proclami, sappiamo che in futuro non andranno più in onda ammazzatine, storiacce di corna e pedofili, nipoti di Casamonica e lacrimevoli padri di stragisti, mentre dei rapporti incestuosi dei ministri già non si parla più. Ed è qui che il brocardo si ripropone all’attualità. O Vespa stava sparando le ultime cartucce del suo salotto trash prima del grande gelo – e allora ci aspettiamo almeno una puntatona “PornHub contro Dieta mediterranea”, con il plastico e le foto di scena. Oppure l’aziendalista consapevole intendeva fornire al suo azionista di riferimento l’assist per l’ordalia. Difficile dirlo. Ma torna sempre in mente il brocardo di Don Vito Corleone: “Quello che ti porterà la proposta, è lui il traditore”.
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