Il grisbì dei commissari del concorsone e la #buonascuola
Piero Pelù ormai è meglio di Beppe Grillo, ha lanciato l’allarme: cari prof, non recatevi al concorsone della perfida Giannini che fa finta di assumervi – si parte il 28 aprile, ha fatto sapere, perché la scuola è immobile ma poi le cose è sempre meglio farle di fretta – e invece vi sta licenziando. Insomma una truffa disumana che manco al Pifferaio di Hamelin sarebbe venuta in mente. S’è beccato un rimbrotto di Maria Coscia, Pd, commissione Istruzione: “Da Piero Pelù, che se non ricordo male una volta, tanto tempo fa, era un bravo cantante, mi sarei aspettata un maggior sforzo di fantasia”. Matteo Salvini, che è più pratico nella comunicazione, è andato sul liscio: “I commissari del concorso saranno pagati meno di una sguattera del Guatemala”.
E se dici sguattera del Guatemala, hai vinto. Infatti nessuno gli ha replicato. Il fatto è che i commissari del concorso si fatica a trovarli, perché il conteggio fatto dagli interessati è che andranno via un migliaio di ore di lavoro. E il compenso lordo previsto è di 251 euro per il presidente e di 209 euro per i commissari per l’intero lavoro. Mentre per ogni test corretto ci sarà un bonus di ben 50 centesimi e altri 50 per ogni esame orale. Il grisbì fa più o meno un euro all’ora: per laureati vincitori di pubblico concorso. Che non saranno sguattere del Guatemala, ma si capisce perché, quando gli dici #labuonascuola, ti rispondono #mavaffanculo.
Il Foglio sportivo - in corpore sano