Laura Boldrini (foto LaPresse)

Se per Boldrini il referendum è un atto d'amore

Maurizio Crippa
Come quel tale del Pd (nome? boh) che l’altra sera in tv non sapeva se essere per il sì o per il no al referendum delle trivelle, quando c’è un referendum si può essere molto confusi, tanto sulle trivelle quanto sull’istituto referendario in sé.

Come quel tale del Pd (nome? boh) che l’altra sera in tv non sapeva se essere per il sì o per il no al referendum delle trivelle, quando c’è un referendum si può essere molto confusi, tanto sulle trivelle quanto sull’istituto referendario in sé. Io ad esempio ho la tendenza a pensare che siccome a Milano non c’è il mare – perché “se Milano avess lu mer sarebb ’na piccola Ber”, e mi ritroverei come governatore Emiliano a dire cose del tipo “i petrolieri sono quattro gatti socialmente irrilevanti e pieni di debiti con le banche” –, allora non ci sono manco le trivelle e a al referendum mi posso astenere. Ma mi accorgo da me che il ragionamento è bislacco, nel suo chilometrozerismo politico, e quasi me ne vergogno.

 

O me ne vergognerei, non fosse che poi sento uno come Renato Brunetta, che vivaddio è stato ministro e di politica ne capisce, che del suo proprio partito dice: “Forza Italia ha posizioni per il sì, come quelle delle regioni in cui governa, e posizioni per il no, riguardanti la scarsa utilità di referendum di questo genere”. Comunque sia, la cosa che forse mi convincerà per l’astensione è il sentimento. Sì, proprio l’amore. Laura Boldrini ha dichiarato: “Andrò a votare al referendum perché in un tempo in cui c’è molta sfiducia verso la politica, non andare a votare è la conferma di questo disamore, di questa disillusione”. La signora potrebbe magari riflettere che quello delle trivelle è proprio un referendum dell’antipolitica. Ma che volete, questa è fredda analisi, meglio l’amore.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"