Lo chef Cannavacciuolo, protagonista del programma tv "Cucine da incubo"

Meglio il concorsone da incubo o una trattoria vegana?

Maurizio Crippa
Cucine da incubo è un programma della tv più indigeribile di un cattivo ristorante, e lo chef Cannavacciuolo, non so perché, ma mi si ripropone per principio.

Cucine da incubo è un programma della tv più indigeribile di un cattivo ristorante, e lo chef Cannavacciuolo, non so perché, ma mi si ripropone per principio. Poi però un noto settimanale spara un’articolessa intitolata: “Io, docente precaria e il concorsone-incubo”, il diario di un’insegnante “alle prese con la prova scritta di italiano per le medie”. Ed è un incubo, perbacco, questo concorsone. Pensate: “E’ stato difficilissimo. Un incubo: dalla domanda sul sonetto di Petrarca da spiegare a una prima media, alla raccolta poetica Ossi di seppia di Eugenio Montale (questo sconosciuto, ndr), fino al ‘concetto di straniero’ era tutto così assurdo.

 

Assurdo perché bisognava scrivere seguendo il filo rosso dell’unità di apprendimento, delle piste di lavoro che però non si usano mai a scuola (e che fanno? ndr). Oppure le facciamo in gruppo scrivendo e ragionando per settimane. Qui invece ci veniva chiesto in 15 minuti”. Coefficienti che manco al Rischiatutto. E se la signora, e forse centomila come lei, invece che al concorso puntassero ad aprire una trattoria vegana? E se invece di gentili e premurosi colleghi-commissari pagati un cent all’ora trovasse ad esaminarla un energumeno come Cannavacciulo? Buona, la scuola.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"