Lo sberleffo di Hitler non rende un euro solo a Saviano
Piazzare per 17,1 milioni di dollari da Christie’s a New York un’installazione realizzata con capelli umani, cera e resina di poliestere che raffigura Hitler inginocchiato in preghiera, insomma la celeberrima Him, significa che Maurizio Cattelan è un genio. E forse anche che lo sberleffo è la formidabile forma d’arte contemporanea contro il Male Assoluto. Seppure, quando fu esposta al Centro d’arte di Varsavia, al presidente del Centro Simon Wiesenthal sembrò “una provocazione priva di senso che insulta la memoria delle vittime del nazismo”. Però i tempi sono questi e, al momento, tra lo sberleffo e la risata che ci seppellirà quello che gode, oltre a Cattelan, pare soprattutto il vecchio Adolf. Timur Vernes ha scritto Lui è tornato che immagina (con ironia, eh) l’effetto che farebbe, e ha venduto milioni di copie. Il regista David Wnendt ne ha tratto un film (un grande sberleffo, eh) e sta sbancando il botteghino. Insomma l’aria che tira è che solo un grande sberleffo ci difenderà da Hitler. Ad esempio, anche il cancelliere austriaco Faymann che si dimette travolto dall’estrema destra è, a suo modo, un grande sberleffo. Dopodiché, suggerire come fa Saviano di piazzare nelle librerie la biografia di Matteo Salvini di fianco al Mein Kampf per esplicitarne, a chi casomai non se n’era accorto, le somiglianze ideologiche, quello sì è un vero sberleffo. All’intelligenza.
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