Iago Barbacetto e la cupa tragedia di Beppe Sala che vince
La campagna elettorale di Milano si era aperta con un magnifico fake che girava in rete, il logo della “Sinistra per Parisi”. E’ proseguita col surreale tormentone a sinistra sul voto disgiunto, e ha trovato un cupo finale di sapore vagamente scespiriano ieri per mano di Gianni Barbacetto, uomo d’onore che sta a Beppe Sala come Iago stava a Otello. Titolo dell’articolessa: “La sinistra per Sala: una triste corsa al meno peggio”. Va reso onore a Barbacetto, è un combattente vero e ha una prosa di cime tempestose. Incipit: “Sotto un cielo livido, Milano si avvia alla conclusione della campagna elettorale”. Svolgimento: “Il centrosinistra di Giuseppe Sala era uscito terrorizzato dal voto del cinque giugno”; “tèrrei i volti dei capi del Pd milanese”.
Poi, dopo “lo smarrimento, hanno ripreso la corsa”. Ma quale corsa? Il sangue ribolle nelle vene di Iago. Hanno messo lì Gherardo Colombo, ma si capisce che è un contentino ai “tantissimi non-entusiasti di Sala”. L’arrivo di Bonino per Barbacetto è forse “propiziato da una telefonata di Napolitano” (poteva mancare, lo zampino di Napolitano nella fosca congiura del Fatto?). E via così. Vincesse Sala, attendiamo le Ultime lettere di Barbacetto, come quelle dell’Ortis. Di Tonino di Pietro che invece voterebbe Parisi si occupa il mio compagno di banco Andrea’s. Però, se per sbaglio Parisi vincesse con i voti di Tonino, giuro che vado a prenderlo sotto casa in Mercedes e lo porto a cena. (Non Tonino, Andrea).
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