Le sacre scritture di Nuzzi e Fittipaldi benedette dal Papa
Due gravidanze, 18 mesi, a monsignor Lucio Ángel Vallejo Balda; una gravidanza e un mese a mamma Francesca Immacolata Chaouqui: divulgazione di documenti riservati lui, concorso in divulgazione lei. Se doveva dimostrarsi un mezzo flop, il processo conclusosi ieri in Vaticano sui polveroni Vatileaks, bastano queste misericordiose condanne. Per due che, più che documenti riservati, hanno divulgato un’immagine del Vaticano da chiamare non le Guardie svizzere, non la Croce rossa per allestire un ospedale da campo, ma i vigili per un bel TSO collettivo. Sono invece usciti innocenti e trionfatori Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi, prosciolti “per incompetenza del Tribunale”, essendo cittadini italiani che mai hanno compiuto azioni di nessun tipo in Vaticano. “In nome di Sua Santità Papa Francesco” se ne vanno liberi, perché l’espressione del pensiero è “garantita dal diritto divino”. Intervistato da Rep tv, Fittipaldi era più felice di un chierichetto a Santa Marta.
Ha dato atto ai giudici di essere stati bravissimi a smantellare accuse che manco andavano formulate, ha ribadito di aver soltanto contribuito alla verità e a trasformare “il Vaticano in una casa di vetro”, secondo il programma di Papa Bergoglio. E ha invocato pure, maramaldo, l’introduzione di un articolo per garantire la libertà di stampa. Se qualche testone non avesse ancora capito per che squadra giocassero Nuzzi e Fittipaldi, adesso dovrebbe essere cristallino come una casa di vetro. Sacre scritture.
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