Aiuto, negano la realtà aumentata delle olgettine ai grillini

Maurizio Crippa
La senatrice cinque stelle Sara Paglini ha dato fuori di matto, quando in Aula le hanno negato di poter continuare a giocare con la realtà aumentata delle intercettazioni irrilevanti delle olgettine, roba da pornografia mentale per contenuto, ma molto peggio per indecenza circense-giudiziaria

Avevamo da poco appreso che giocare con la realtà aumentata di Pokemon Go piace così tanto che le ricerche inerenti ai simpatici (“kawaii” si dice, abbiamo appreso da poco pure questo) mostriciattoli giapponesi stanno superando in rete le ricerche porno. Ma non eravamo preparati a scoprire che la pulsione per il porno giudiziario aumentato potesse sbarcare così in fretta in Parlamento.

 

Eppure ieri, la senatrice cinque stelle Sara Paglini ha dato fuori di matto, quando in Aula le hanno negato di poter continuare a giocare con la realtà aumentata delle intercettazioni irrilevanti delle olgettine, roba da pornografia mentale per contenuto, ma molto peggio per indecenza circense-giudiziaria. “Vergognatevi, quanta gente schifosa che c’è qua dentro, quanta merda che c’è qui dentro! Gente schifosa, schifosi”, ha strillato. Insomma non l’è andata giù. Lei, e i suoi degni compari dalle orecchie lubriche, volevano poterle ascoltare, quelle ragazze che mugolano “mi sono rotta il cazzo, dacci cinquantamila”. E’ il nuovo confine della perversione auditiva, direte. No. E’ che a loro sembra davvero così. Che sia uno scandalo schifoso che il Senato eletto dai cittadini (“kawaii” pure loro, secondo la retorica grillina) vieti la politica aumentata: un bel gioco in cui non conta la sostanza, figuriamoci le regole, conta soltanto l’orgasmo di sputtanare il Cav., fosse pure per le parole che non ha detto, e che nessuno doveva ascoltare. (Dimenticavo: la colpa comunque, dice Grillo, è tutta del Pd).

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"