Aiuto, negano la realtà aumentata delle olgettine ai grillini
Avevamo da poco appreso che giocare con la realtà aumentata di Pokemon Go piace così tanto che le ricerche inerenti ai simpatici (“kawaii” si dice, abbiamo appreso da poco pure questo) mostriciattoli giapponesi stanno superando in rete le ricerche porno. Ma non eravamo preparati a scoprire che la pulsione per il porno giudiziario aumentato potesse sbarcare così in fretta in Parlamento.
Eppure ieri, la senatrice cinque stelle Sara Paglini ha dato fuori di matto, quando in Aula le hanno negato di poter continuare a giocare con la realtà aumentata delle intercettazioni irrilevanti delle olgettine, roba da pornografia mentale per contenuto, ma molto peggio per indecenza circense-giudiziaria. “Vergognatevi, quanta gente schifosa che c’è qua dentro, quanta merda che c’è qui dentro! Gente schifosa, schifosi”, ha strillato. Insomma non l’è andata giù. Lei, e i suoi degni compari dalle orecchie lubriche, volevano poterle ascoltare, quelle ragazze che mugolano “mi sono rotta il cazzo, dacci cinquantamila”. E’ il nuovo confine della perversione auditiva, direte. No. E’ che a loro sembra davvero così. Che sia uno scandalo schifoso che il Senato eletto dai cittadini (“kawaii” pure loro, secondo la retorica grillina) vieti la politica aumentata: un bel gioco in cui non conta la sostanza, figuriamoci le regole, conta soltanto l’orgasmo di sputtanare il Cav., fosse pure per le parole che non ha detto, e che nessuno doveva ascoltare. (Dimenticavo: la colpa comunque, dice Grillo, è tutta del Pd).
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