Il ministro Madia (foto LaPresse)

Il sogno di al-Madia (e pure di al-Raggi) e i fannulloni

Maurizio Crippa
Una mattina presto Marianna bin Matteorenzi al-Madia, ministra (senza portafoglio) per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione del sultanato di al-Matteo, è entrata in certi uffici pubblici di sua competenza e li ha trovati malinconicamente vuoti, come una piazza di De Chirico a Ferragosto.

Una mattina presto Marianna bin Matteorenzi al-Madia, ministra (senza portafoglio) per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione del sultanato di al-Matteo, è entrata in certi uffici pubblici di sua competenza e li ha trovati malinconicamente vuoti, come una piazza di De Chirico a Ferragosto. Così ha preso carta e penna, o forse lo smartphone, e ha licenziato tutti, ma tutti, gli impiegati assenti. Poi, siccome è di sinistra e ha il senso innato della giustizia, ha licenziato anche tutti i dirigenti responsabili dell’ufficio e colpevoli della sua desolata vuotezza.

 

Oppure. Una mattina di buon’ora Virginia bin Beppegrillo al-Raggi è entrata in certi uffici capitolini e, trovandoli desolatamente vuoti, bomba d’acqua o no, invece di convocare i presidenti dei Municipi e annunciare l’imminente riorganizzazione del personale del comune, ha licenziato tutti: apicali, funzionari, dirigenti, e semplici impiegati, che avessero o no la cellulite. Invece no, fine del sogno. Non erano al-Madia e nemmeno al-Raggi. Era lo sceicco del Dubai, Mohammed bin Rashid al-Maktoum, che una mattina presto è entrato davvero in un pubblico ufficio e l’ha trovato deserto, e ha licenziato tutti gli assenteisti e gli alti dirigenti. Però questo: al-Maktoum è sovrano dell’emirato nonché primo ministro di un paese felice in cui non c’è il bicameralismo perfetto, non c’è la Cgil, non c’è D’Alema, l’esecutivo è blindato e non serve manco cambiare la Costituzione. Sì, è vero, c’è l’islam. Ma a volte funziona.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"