Il fatto è che il monoteismo fa più danni del terremoto
Su Yahweh punitore del renzismo geopoliticamente distratto abbiamo già chiuso la polemica, e reso a Dio quel che è di Dio. (Per quanto il terremoto voti Sì, chiedetelo ai sondaggisti, ma non lo si può scrivere). Però ci sono altri danni che il fondamentalismo di matrice divina, o divinatoria, riesce a creare. Sul fronte divinatorio (sezione teologica: scie chimiche e chip sottopelle) la magnitudo dell’imbecillità della senatrice del M5s Enza Blundo, quella del declassamento della scala Richter di domenica per biechi “interessi economici” e governativi e ignavia dei tiggì, è stata abbondantemente stigmatizzata.
Ma anche sul versante del culto divino – inteso cattolico, teniamoci lontani da Martin Lutero – si sentono delle cose che non si vorrebbe. Ad esempio che il terremoto, per Antonio Socci, è peggio di una punizione veterotestamentaria: colpisce al cuore “l’Italia mistica”. E fin qui va bene (ma l’Italia laica, no?). Però da qui a mandare all’inferno “i vescovi allo sbando”, che meglio avrebbero fatto a celebrare “un grande e solenne rito di consacrazione sul nostro paese e sulle case degli italiani”, mentre invece “la Cei di mons. Galantino è impegnata a partecipare alla marcia organizzata dal Partito Radicale”, ne corre. E ne corre anche ad accusare (come causa diretta e colpevole del sisma, par di capire), il Papa perché va dai luterani, anziché indire “una grande preghiera solenne per l’Italia”. Siamo alla teologia da scala Richter. Il monoteismo fa più danni del terremoto.
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