Castellammare di Stabia: veduta del Vesuvio, di Torre Annunziata e di Pompei (foto di Luigi Damiano via Flickr)

E il Vesuvio? Pannella

Maurizio Crippa
Mille anni ai tuoi occhi sono come un giorno, dice il salmo, e nella Città eterna, pur con Francesco traslocato da Lutero a Malmoe, pensare all’eternità è buona protezione civile. Ma la bufala dei vulcani sotto Roma che hanno ricominciato a mettere lava incandescente negli scantinati di Roma, strisc

Mille anni ai tuoi occhi sono come un giorno, dice il salmo, e nella Città eterna, pur con Francesco traslocato da Lutero a Malmoe, pensare all’eternità è buona protezione civile. Ma la bufala dei vulcani sotto Roma che hanno ricominciato a mettere lava incandescente negli scantinati di Roma, strisciando maledetti e subdoli fin dentro il Raccordo, peggio dei frigoriferi complottardi, è una estremizzazione bella e buona. Ci vorranno mille anni, appunto, prima che in via Del Tritone esploda un Eyjafjallajökull de noantri, e prima che il lago di Castel Gandolfo inizi a ribollire come una teiera, saranno tornati in vacanza i Papi. E infatti i vulcanologi, intervistati ma debitamente tenuti a distanza dai titoli, dicono:  “In situazioni come quella del Vesuvio, dove le eruzioni sono molto più frequenti, l’ultima durante la Seconda guerra mondiale, ha senso un piano di intervento”. Il Vesuvio, già. Quella è una polveriera dormiente, ma non proprio silente. Lì, sotto il pennacchio, succedesse qualcosa ci sarebbero da evacuare 700 mila persone dalla cosiddetta “zona rossa”, un’area che comprende venticinque comuni. Ma del Vesuvio, di sapere a che punto è la caffettiera, nessuno si cura o quasi. Almeno da quando non c’è più Marco Pannella, vulcano di idee.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"