Non rompete i giovani con il paese da amare, la sanno lunga

Maurizio Crippa

Giulio Sensi è un giornalista che si occupa di volontariato. Ha un blog su Vita.it e ha postato un appunto sull’annosa questione della legge sul servizio civile universale, che ha qualche tratto limitrofo con la pallosa questione dell’educazione e dei “giovani”. Riprende uno scambio tra Paolo Crepet e Aldo Cazzullo nella sua ormai mitica rubrica delle lettere del Corriere. Crepet: “Un servizio prestato al paese aiuterebbe milioni di giovani a ritrovare un’identità e ad amare e conoscere la nostra bellezza… un’opportunità per crescere e maturare”. (Ronf). Cazzullo: “Da almeno tre generazioni (la prima è stata la mia) gli italiani fanno fatica a dire ‘noi’. Noi nati negli Anni 60 siamo cresciuti nell’èra del riflusso (…) I nostri figli sono cresciuti nell’era digitale, la cui cifra è la solitudine e il narcisismo”. (Ronf un’altra volta). Loro lo vorrebbero obbligatorio. Sensi argomenta con intelligenza che, con tutte le libertà obbligatorie che già hanno, aggiungere quella di amare l’Italia è assurda: “Quel minimo di libera scelta che ancora i giovani possono avere non costringetelo, nemmeno nelle intenzioni”. Di mio aggiungerei che se preferiscono stare “sdraiati”, se ne fottono degli altri e del paese, se non frequentano l’insana filosofia dell’ottimismo e non vogliono essere utili, in un mondo in cui persino Beyoncé può avere due gemelli, è perché la sanno lunga, i giovani. L’adulto invece, diceva Freud, è una nevrosi.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"