Chiamarsi Tulliani e scoprire, dal gip, di essere “profondamente arrogante e predatore”
Ieri il gip Simonetta D’Alessandro ha firmato un ordine d’arresto per Giancarlo Tulliani, cognato, per una presunta associazione a delinquere trans-nazionale tra Europa e Antille
Potersi non occupare di case a Montecarlo, di presunti riciclaggi internazionali sul gioco online; potersi non occupare di tutto ciò che riguarda l’epopea politica del fu Signor “che fai, mi cacci?”, nonostante dica il gip che si tratta “di reati che hanno connotato un’intera fase politica, toccando in profondità l’ordinamento economico dello stato”, non ha prezzo. Per tutto il resto c’è un conto offshore, per parafrasare una vecchia réclame. Però ieri il gip Simonetta D’Alessandro ha firmato un ordine d’arresto per Giancarlo Tulliani, cognato, per una presunta associazione a delinquere trans-nazionale tra Europa e Antille. Le agenzie hanno subito annotato, sdegnate, che lui è “irreperibile”, sta a Dubai. (E’ un diritto dei ricercati non farsi acchiappare, o no?). Ma c’è questo dettaglio psico-attitudinale, nell’ordinanza, che merita una menzione d’onore. Dice il gip che il Tulliani va acciuffato anche perché (o perché?) ha una personalità “negativa, profondamente arrogante e predatrice”. Che sono cose che dovrebbe dire un terapista, forse. E che non accetteresti di sentirti dire manco dallo psicanalista Recalcati. Ma tant’è. Non è la giustizia: è l’etica, bellezza. Poi andrebbe detto che se il Gianfranco avesse sposato una ragazza dell’Est, magari non finiva così.
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