"Come vivrai, Igor?", il test delle paure che non sospettavamo
Caccia al killer di Budrio. Fossimo nelle paludi della Florida, ci sarebbero la Guardia nazionale e i volontari con i fucili e la diretta tv dagli elicotteri. Siamo in Italia, c’è più che altro la gente che non sa che dire
Come vivrai Igor?”. “Giorno per giorno”. Lo scambio di battute più cretino della storia del cinema, quella tra il Colonnello Trautman e Sly Stallone alla fine di Rambo II, fa uno strano effetto se si cambia il nome dell’ex soldato e ci si mette quello di Igor il Russo, o forse nel ferrarese era Igor Vaclavic, o forse nel bolognese era Ezechiele Norberto Feher: pare avesse un sacco di alias, pure su Facebook, e forse manco è russo, manco è soldato. Igor è il serbo di Subotica, “il killer con la faccia diabolica” ricercato per l’omicidio del barista di Budrio e qualche giorno dopo di una guardia ecologica volontaria di Portomaggiore. Ci sono oltre mille agenti impegnati nella caccia all’uomo, tra le paludi del delta del Po, tra Ferrara e i boschi verso Bologna. Il capo della Polizia dice di fare attenzione, è pericoloso, e la gente ha paura. Fossimo nelle paludi della Florida, ci sarebbero la Guardia nazionale e i volontari con i fucili da caccia e la diretta delle tv locali dagli elicotteri. Siamo in Italia, c’è più che altro la gente che non sa che dire, o che pensare. E c’è un po’ tutta l’Italia, l’Italia che non sospettiamo mai di essere, in questa storia selvaggia, in questo soldato di sventura straniero, che si nasconde nel bosco come una minaccia. C’è l’insicurezza, il mugugno contro le leggi lasche, la paura dello straniero, la voglia della cattura e della punizione. Non c’è nessuna voglia di fare il tifo per the fugitive, quello c’è solo nei film. Che poi si cambia canale.