Il giusto senso di Yuto Nagatomo per i mostri italiani
Un giapponese che vive tra noi da molti anni ma ha conservato la capacità di guardarci per quello che siamo
Vorrei essere preso con le molle e in via metaforica, se non altro per non essere scambiato per un neofita giustiziere della notte alla Angelino Alfano, se dico questo: che a Yuto Nagatomo, dopo quello che ha fatto col Napoli, bisognerebbe tagliargli un piede con una katana, per impedirgli di nuocere in futuro agli altri e a se stesso. Poi però Nagatomo è un giapponese, vive tra noi da molti anni, ma ha conservato la capacità di guardare gli italiani per quel che sono: strani umani molto simili a mostri. Dodici ore dopo aver chiesto scusa, “una sconfitta determinata da un mio errore”, ha dovuto dire la verità, su Twitter: “In Italia, se uno fa bene è elogiato come un Dio, se fa male invece viene criticato e offeso come un criminale”. Lui viene da un paese lontano e, ammettiamolo, un po’ strano, dove tutti si fanno l’inchino e hanno strane manie, tipo quella di volersi fare un esercito. Ma è un paese dove il senso dell’onore e della misura contano più di tutto. Così annota Yuto, meglio di un filosofo: “Non c’è morale, non c’è rispetto”. Cogliendo appieno l’inciviltà di un paese dove le ong passano in un attimo da navi di eroi a sottopanza degli scafisti, perché lo dice Di Maio. Campo Dall’Orto era un genio e in un attimo è uno stronzo. Renzi era diventato stronzo ed è tornato un genio. A seconda di come tira il vento. Un paese, alla fine, in cui solo Nicole Minetti resta sempre Nicole Minetti. Dateci una katana, o portateci in Giappone.