Yuto Nagatomo (foto LaPresse)

Il giusto senso di Yuto Nagatomo per i mostri italiani

Maurizio Crippa

Un giapponese che vive tra noi da molti anni ma ha conservato la capacità di guardarci per quello che siamo

Vorrei essere preso con le molle e in via metaforica, se non altro per non essere scambiato per un neofita giustiziere della notte alla Angelino Alfano, se dico questo: che a Yuto Nagatomo, dopo quello che ha fatto col Napoli, bisognerebbe tagliargli un piede con una katana, per impedirgli di nuocere in futuro agli altri e a se stesso. Poi però Nagatomo è un giapponese, vive tra noi da molti anni, ma ha conservato la capacità di guardare gli italiani per quel che sono: strani umani molto simili a mostri. Dodici ore dopo aver chiesto scusa, “una sconfitta determinata da un mio errore”, ha dovuto dire la verità, su Twitter: “In Italia, se uno fa bene è elogiato come un Dio, se fa male invece viene criticato e offeso come un criminale”. Lui viene da un paese lontano e, ammettiamolo, un po’ strano, dove tutti si fanno l’inchino e hanno strane manie, tipo quella di volersi fare un esercito. Ma è un paese dove il senso dell’onore e della misura contano più di tutto. Così annota Yuto, meglio di un filosofo: “Non c’è morale, non c’è rispetto”. Cogliendo appieno l’inciviltà di un paese dove le ong passano in un attimo da navi di eroi a sottopanza degli scafisti, perché lo dice Di Maio. Campo Dall’Orto era un genio e in un attimo è uno stronzo. Renzi era diventato stronzo ed è tornato un genio. A seconda di come tira il vento. Un paese, alla fine, in cui solo Nicole Minetti resta sempre Nicole Minetti. Dateci una katana, o portateci in Giappone.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"