Malta sextortion
Dopo il Pulitzer per i Panama Papers, l'Espresso ci riprova con i MaltaFiles
Il Pulitzer l’hanno già preso, per quel lavoraccio di gruppo dei Panama Papers. E francamente – in un paese che ogni mattina ha il suo podcast della fiction Casa Renzi da scaricare; in un mondo dove ogni piscina è un paradiso fiscale – che a qualcuno venga poi in mente di dargli, che so, il Nobel, a quelli dell’Espresso, tenderemmo a escluderlo. Eppure loro ci credono, ci hanno creduto. Ci hanno montato la copertina: “MaltaFiles, tutti i nomi degli italiani con i soldi nell’isola”. Bravi, eh: hanno scartabellato centomila documenti riservati, in collaborazione col consorzio di giornalismo investigativo Eic. Anche perché lì a Malta, con l’aria che tira, si deve essere scoperchiato qualche bidone. Non se li è filati nessuno, i files. Perché poi, scorri l’elenco e ci sono: la senatrice transfuga per tutto il centrismo terraqueo, la grande famiglia industriale del nord, una delle sorelle Fendi (tanto sono infinite), il manager renziano (poteva mancare?), il figlio di. Sai che novità. Sai che palle. Quando poi compare il suo nome, il nome di Flavio Briatore, allora capisci che è tutto a posto, che è un chissenefrega, che puoi tornare all’animal house del Cav. Facebook ha appena ammesso che hanno da scartabellare 54 mila potenziali casi di revenge pornography e sextortion al mese, non gliela fanno. Date una mano a loro la prossima volta, no? Che c’è da divertirsi di più.
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