Il disco orario che si sposta da solo. Alcuni usi politici

Maurizio Crippa

A Como, la Teoria della Relatività applicata al parchimetro

Quando nel 1988 l’Italia introdusse l’obbligo delle cinture di sicurezza, per qualche tempo si diffusero notizie e foto di dubbia provenienza, ma con provenienza Napoli, sul fatto che lì avessero inventato delle geniali t-shirt con banda trasversale nera, da indossare sopra i vestiti, a simulare il rispetto dell’imbragatura ma sollevando il guidatore dal noioso uso dell’oggetto di continenza. Però siccome a Como sono più levantini dei napoletani, e pirati d’acqua dolce da quel dì, la notizia meravigliosa è questa. I vigili hanno beccato, insospettiti da soste lungherrime, tre automobilisti che parcheggiavano e che avevano istallato sul cruscotto questo marchingegno: un disco orario a batteria che sposta in avanti le lancette dell’ora d’arrivo in automatico. E se non è la Teoria della Relatività applicata al parchimetro, ditemi voi cos’è.

 

Allo stesso tempo, la trasformazione relativizzante e ad uso personale dello scorrere del tempo è una soluzione che dovrebbe essere immediatamente liberalizzata e applicata ai più svariati campi della convivenza, anziché multata. Dotare di un simile disco orario politico Angelino Alfano, gli permetterebbe di ritardare all’infinito la fine della legislatura e la ghigliottina del 5 per cento. Ma a Beppe Grillo, consentirebbe di spostare in avanti alla cazzo il momento in cui prendere una posizione definitiva sul tedesco. E a Giorgio Napolitano, che forse le lancette le vorrebbe con scorrimento all’indietro, potrebbe realizzare il sogno di tornare all’Unione sovietica, dove col piffero che si votava.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"