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Difesa del pic-nic di Salvini dai tuittaroli peggio di lui

Maurizio Crippa

L’idea è di provare a difenderlo a prescindere dal merito. Non fosse, cioè, che anche ieri è stato il primo ma primo a tuittare, su Barcellona, cose che anche a non tuittarle non cambiava il mondo

Oggi ci sarebbe da difendere Matteo Salvini. O meglio, precisiamo per non essere fraintesi: ci sarebbe da difenderlo per una questione di metodo. Insomma l’idea è di provare a difenderlo a prescindere dal merito. Non fosse, cioè, che anche ieri è stato il primo ma primo a tuittare, su Barcellona, cose che anche a non tuittarle non cambiava il mondo: “Preghiere, minuti di silenzio e gessetti colorati non bastano più! Schiacciare questi vermi, senza pietà”. O non fosse che a Rimini, ieri, succede questo (dal sito di Rep.): “Donna incinta rapinata, buttata a terra, picchiata e insultata: ‘Ti faccio abortire, negra di m…’”. Che certamente non è imputabile di persona al Capitano della Lega, ma se l’influenza dell’influencer esiste, diciamo che si sente. Così limitiamoci al metodo. Perché lui, l’incauto, il giorno di Ferragosto ha diffuso una foto, lui e la bella Isoardi sul prato (dietro si intravvede un cartello stradale tra i pini), lei che affetta il salame, lui con la panza bianca e italiana. Un sacchetto di plastica occhieggia in basso, malandrino. La cosa più normale, ma normale, che Salvini abbia fatto nell’ultimo quinquennio. Ebbene, invece qualcuno su Twitter ha commentato: “Pensavo di avere passato un Ferragosto di merda, poi ho visto questa”. Ricevendo in premio dell’inutile rutto d’odio centinaia e centinaia di like. E forse penseranno davvero di avere passato un Ferragosto migliore. E forse non s’accorgono che di Salvini, probabilmente anche per il resto dell’anno, sono peggio.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"