Ahi Gad, che lasci la barca del Pd per scopare il mare
Che fai? Lasci la barca adesso? La barca del Pd, intendiamo, proprio adesso che rolla e beccheggia come un giunco nel mare nostrum del proporzionale
So che sarebbe compito del mio compagno di banco Andrea’s, so che il Signor Direttore in quarta pagina del nostro Fogliuzzo già gli dà pan per focaccia, e numeri per migranti. Ma non posso esimermi, no. Perché a Gad Lerner, se lui non s’offende, gli voglio bene. E abbiamo chiacchierato di recente, e a lungo, e quasi all’idem sentire, su quanto sarebbe bello prendere una notte un vascello di linea da Tunisi – Gad, il migrante e io – e farci portare per incantamento sulle sponde accoglienti di qua dal mare, e tutto risolvere in una festosa integrazione. E invece tu, tu quoque Gad, che fai? Lasci la barca adesso? La barca del Pd, intendiamo, proprio adesso che rolla e beccheggia come un giunco nel mare nostrum del proporzionale, proprio adesso che la sinistra a sinistra del Pd (che è un po’ come dire a ovest di Paperino, ma vabbè) avrebbe bisogno di un contrappeso, di un gabbiere di parrocchetto a bilanciare le rotte dell’ammiraglio Nelson Minniti? E a Nigrizia, lo dici? “La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la campagna di denigrazione mossa contro le ong impegnate nei salvataggi in mare”. E proprio adesso, tu che eri il Casaleggio associato di Pisapia, e lo volevi condurre per mano alla guida della grande sinistra, ora lo lasci lì, come dire senza manco il server, a non saper che dire, a non saper che fare. Tu che eri un padre fondatore e pellegrino, del Pd? E per andare dove poi? A scopare il mare con Bersani?