Nobel per la pace contro: Malala Yousafzai bacchetta Aung San Suu Kyi
A vent'anni dalla scomparsa di Madre Teresa, l'attivista pakistana si appresta a vincere anche il Nobel per le dichiarazioni spontanee. A suon di tuìt con "il cuore a pezzi"
Ieri era il ventesimo anniversario della morte di Madre Teresa, premio Nobel per la Pace. Ma a parte Roberto Giacobbo, quello di Voyager, non se n’è accorto nessuno. D’altra parte lei stava sulle scatole a un mucchio di gente, per l’aborto soprattutto. E non sta molto simpatica neanche adesso: è pure santa. Poi c’è Aung San Suu Kyi, anche lei Nobel per la Pace, che invece è stata santa subito, e per un sacco di tempo. E anche invidiabilmente glam, paragonata a Madre Teresa. Adesso invece per tutti è diventata una stronza, anche peggio di Madre Teresa. E sputarle addosso è diventata una nuova specialità olimpica. Così facile che ci è arrivata pure Malala Yousafzai, che è la più giovane dei Nobel per la Pace, e non c’è dubbio che l’abbia meritato di più di Obama, il Nobel Preventivo. A Malala finirà che daranno anche il Nobel delle dichiarazioni spontanee. Passa il tempo a mandare tuìt con “il cuore a pezzi”. Tipo per i Rohingya perseguitati: “Negli ultimi anni ho più volte condannato questo tragico e vergognoso trattamento e mi aspetto che la mia collega Premio Nobel Aung San Suu Kyi faccia lo stesso”. E già vediamo che la pace fiorisce, dopo tanto impegno, in quelle lande desolate. Oppure va a Città del Messico, Nobel per l’ubiquità, e si domanda: “Perché le persone di alcuni paesi sono così ignoranti e così dure nelle loro politiche, nei loro commenti sui migranti?”. E sì. Perché mai? Ma già lo vediamo, che il mondo, grazie a Malala, sta diventando un posto migliore. Ora manca solo che parli coi pescatori di Mazara del Vallo, come Di Maio. Ma tornare a scuola, già che c’è, no?