Se Serra la pensa come la Meloni, tanti auguri a voi
Molto più che dalla secessione spagnola il giornalista è turbato dal referendum simbolico attraverso cui i lombardo-veneti metteranno un like sull’iPad alla domanda: vorresti che un po’ delle tue tasse rimanesse dalle tue parti?
Matteo Salvini che dice: “Il voto catalano è stato una forzatura… non ci sono nostalgie per la Padania” è un bel salto politico della quaglia, di quelli che danno da pensare a Stefano Folli, ma dovrebbero indurre a fare altrettanto Michele Serra e ampi strati della sussiegosa sinistra sabaudo-nazionale. Scrive Serra: “Che rapporto c’è tra un’identità nazionale sprovvista di lingua unitaria e storia unitaria, malvista dalla grande maggioranza della popolazione locale (la Padania); e una identità nazionale fondata su una secolare unità storica e linguistica, fortemente voluta dalla grande maggioranza della popolazione (la Catalogna)? La risposta è facile: nessun rapporto”. Molto più che dalla secessione spagnola Serra è turbato, ohibò, dal referendum puramente simbolico attraverso cui i lombardo-veneti metteranno un like sull’iPad alla domanda: vorresti che un po’ delle tue tasse rimanesse dalle tue parti? Il quesito, per Serra, è eversivo ben oltre il già “tollerato margine di indipendenza”. Insomma, piuttosto che pensarla come un normale lombardo o un normale veneto (il quale esiste, sebbene il mio amico Giuliano non ci creda) Serra preferisce dare ragione ai secessionisti e a un referendum illegale. E finisce per pensarla come Salvini sulla Padania, il che non è un bel segnale. E, peggio ancora, per pensarla sull’Italia addirittura come Giorgia Meloni. E se siamo a questo punto, tanti auguri agli sventurati abitanti della famosa Espressione Geografica.