Classifica dell'Italia a sua insaputa: bocciata
Il titolo del giorno era questo: “Studente bocciato dal consiglio di classe e promosso dal Tar: il papà non era informato dell’andamento del figlio”
"Da Finocchiaro a Gentiloni, tutti sapevano”. E’ un titolo apparso ieri da qualche parte sul web. Un istante di incontrollabile brivido di piacere: vuoi vedere che è una clamorosa svolta nel caso Weinstein? E, fosse questo, la Boldrini lascerà l’Italia? Non era questo, ovvio. Era il caso Bankitalia, assai meno saporito. Ma non era nemmeno il titolo del giorno, per la sezione “Italia a sua insaputa”. Il titolo del giorno era questo: “Studente bocciato dal consiglio di classe e promosso dal Tar: il papà non era informato dell’andamento del figlio”. Friuli Venezia Giulia, il famoso nord-est che funziona, esclusi i Tribunali amministrativi. Il ricorso del disinformato papà verteva su questo: lui e la madre del ragazzo sono separati, in regime di affidamento congiunto. E si sa come va coi figli, non per forza di separati. La scuola aveva riferito del “poco impegno” e dello “scarso interesse”. Ma lo aveva detto soltanto alla madre. “Il comportamento omissivo della scuola ha impedito al padre dello studente, ove tempestivamente informato della situazione scolastica del figlio, di adottare una serie di rimedi”, i quali avrebbero “potuto dare buoni frutti”. E sulla saggezza pedagogica del Tar, giudichi chi può. La domanda è se, adesso che andrà in terza media grazie all’insaputa del padre, il giovanotto andrà meglio. Persino la ministra Fedeli, fuoriclasse della scuola a sua insaputa, era basìta: “Purtoppo ci sono sentenze figlie anche di leggi, purtroppo succede, scritte in modo non troppo chiaro”. Nel caso, chiedete al Tar.