Il Diario veritiero dell'uomo comune Mihajlovic
"Ma chi è Anna Frank? Scusate, non ho letto i giornali", ha detto l'allenatore ai giornalisti. Ed era sincero
Tutto quello che di peggio si possa dire su Lotito, sui tifosi della Lazio e non solo loro, dell’antisemitismo storico e delle sue misconosciute metastasi moderne, fate conto che l’abbia detto, così risparmiamo tempo. Se volete l’autocertificazione che Il diario di Anna Frank l’ho letto: sì, l’ho letto a scuola e ho anche svariate volte visto il film, avevo la tv in bianco e nero. Se poi volete che dica che mi ha commosso di più l’immagine di Icardi che sbircia il Diario in mezzo al campo come un oggetto sconosciuto più dei suoi gol, mentirei e non lo dico. Però c’è Siniša Mihajlovic, magnifico esemplare dell’uomo comune, per quanto sia fuori dall’ordinario e fosse (in passato) un fiero nazionalista serbo e amico della Tigre Arkan. “Non so cosa sia accaduto. Ma chi è Anna Frank? Scusate, non ho letto i giornali”, ha detto ieri ai cronisti che più basiti non si può. Gli hanno spiegato, poteva limitarsi a dire “ah”, invece ha detto: “Non so davvero, sono un po’ ignorante da questo punto di vista, scusate”. Susanna Egri, figlia di Ernst Erbstein, l’allenatore ebreo ungherese del Grande Torino, ha commentato: “Incredibile che una persona che occupa un posto così importante non voglia rendersi conto dell’enormità di quanto accaduto”. E non è che non abbia ragione. E’ che Mihajlovicć ha detto la verità, o il minimo comun denominatore di una realtà che riguarda molta più gente di quanto siamo disposti a immaginare.