Le lacrime per Laika e il liberista che difende gli umani
I bamba che si alimentano a vegan e Facebook sanno che il comunismo fu il male assoluto, non per i milioni di umani finiti nel Gulag ma perché hanno ammazzato Laika
Non serve l’Economist per essere sicuri che il 90 per cento dei bamba che si alimentano a vegan e Facebook considerano la presa del Palazzo d’Inverno una fake news. Ma sul sacrificio umano della cagnetta Laika, che sessant’anni fa “fu il primo essere vivente del pianeta spedito in orbita” e a morire per il progresso e la scienza, sanno tutto. Sanno che il comunismo fu il male assoluto, non per i milioni di umani finiti nel Gulag ma perché hanno ammazzato Laika. E vagli a spiegare che l’unica cosa buona della Guerra fredda è stata la gara per la conquista dello spazio. Niente. “Se Laika avesse potuto decidere per sé, avrebbe scelto di vivere”, ha detto la presidente di Enpa, Carla Rocchi. Il che è una fake news, ma che importa. Una volta si piangeva per Major Tom perduto nella sua Space Oddity, oggi il trend è cambiato. Così ieri alla “Vita in diretta”, che saggiamente fiuta il lato dolente che il pubblico vuole farsi massaggiare, hanno invitato il nostro @lucianocapone, che è il turboliberista più umano che conosco, a parlare di Laika e scienza. Il pubblico piangeva, lo studio coi lucciconi. Il nostro cosmonauta inviato nel mondo reale provava a dire: beh, è servito al progresso, come per i primi trapianti. S’è trovato quasi quasi a difendere l’onore della scienza sovietica. Alla fine qualcuno gli ha dato di politicamente scorretto per aver sostenuto che è stato meglio mandare un cane che un uomo. Perché dire che la vita umana vale più di quella animale ormai non è solo una bestemmia: è proprio scorrettezza. La vita in diretta è bellissima, è il cervello che è finito in orbita.