Escremoj! L'inno del corpo sciolto di Corriere.it

Maurizio Crippa

Il quotidiano dedica un articolo sulla polemica attorno all'opportunità o meno di introdurre l'emoji delle “feci acciliate” 

“Non sono mai stato così giocondo. / Viva la merda che ricopre tutto il mondo: / è un mondo libero, un mondo squacchera”. Era L’inno del corpo sciolto, ma era il 1979 e si credeva di averla finita lì, con la coprolalia e pure con Benigni. Eppure il mondo continua e va avanti, con noi o senza e ogni cosa si crea, come cantava il Poeta. E nel 2017 si fa già così tanta fatica a tenere a bada shitty men e shitty speech che proprio di un pubblico dibattito tra favorevoli e contrari all’introduzione delle cacche tristi fra gli emoji (“escremoji”, c’è già il neologismo) se ne faceva a meno. E se proprio lo volevano fare, quelli dell’Unicode Consortium, organizzazione senza scopo di lucro (e ci mancherebbe) che si occupa di studiare quali emoji vanno bene e quali no, poteva restare una faccenda loro. Chiusi dentro al cesso. Invece no. Dacché gli emoji della cacca esistono, e ce n’è di felici e incazzati e tristi che manco Benigni se li sognava, ecco che il Corriere.it, che lotta insieme a noi per rendere migliore il pianeta dell’informazione, gli ha dedicato un’articolessa. Titolo: “I guardiani degli emoji e la polemica sugli escremoji”. Svolgimento: “Ha senso introdurre nell’alfabeto degli emoji le feci accigliate”?. Beh, verrebbe da dire, provate voi del Corriere.it a svegliarvi alla mattina di malumore e alle prese con la stipsi: perché nel mondo libero non lo si dovrebbe far sapere? E’ un dibattito di cultura, una battaglia di verità, mica fake news. Però almeno potevano dirlo al notista politico Massimo Franco, che nel frattempo stava da Floris a tirare manciate di escremoji a mano libera al povero Renzi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"