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Salvini, uno Stock 84 imbevibile a Napoli

Maurizio Crippa

Le dementi polemiche generate dal selfie paraculo che il leader della Lega ha lucrato in quel di Napoli, con Insigne e Callejon

Se la tua squadra a vinto, festeggia con Stock 84. Se la tua squadra a perso, consolati con Stock 84. Così recitava lo storico brocardo che ha plasmato generazioni di italiani alla consapevolezza bipartisan di appartenere a una nazione che convive in pace, meglio della Costituzione e persino della scuola dell’obbligo. Questa mattina a Napoli avranno di meglio per festeggiare, se sarà andata bene, o per consolarsi nel caso inverso, che spararsi nel gargarozzo il brandy che calava gelido dalle distillerie triestine. Ma la prima possibilità offre una migliore variante: saranno felici, e scordiamoci il passato. Comprese le dementi polemiche generate dal selfie paraculo che Salvini ha lucrato in quel di Napoli, con Insigne e Callejon, scatenando proteste orribili, “questa foto è un calcio in faccia alla nostra città”, e persino patetici comunicati ufficiali: “Voleva porgere le sue scuse per le dichiarazioni contro i napoletani fatte in passato. Non le abbiamo accettate ma lo abbiamo ascoltato volentieri”. E anche, di converso, irosi sdegni padani: “Puoi cambiare nome da Lega nord a Lega. Ma ricorda: Napoli non ti vuole, la Lega sud si è trasformata troppo per i miei gusti”. Il tutto induce a una riflessione. La furboneria di far politica con i selfie ha stancato, non attacca, non sfonda più. Salvini resta un populista da autogrill, non sarà mai un leader nazionale. In politica, e nella vita, bisogna rassegnarsi a quel che si è. Nel caso del Matteo, uno Stock 84 imbevibile a Napoli. O per meglio dire un nordista che puzza.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"