Dichiarazioni anticipate di vaccino. Un passo avanti
Una vicenda lunga e di buon senso ci dice che a decidere sulle vaccinazioni, in caso tra i genitori ci sia disaccordo, è un giudice
Alle dichiarazioni anticipate di vaccino – in base a quella mania notarile di voler mettere tutto nero su bianco, che a molti non piace – ancora non siamo. Ma quanto meno un passo avanti nello stato di famiglia, tra doppi padri e madri e ddl Cirinnà, lo abbiamo fatto. Chi decide sulle vaccinazioni? Un giudice. La vicenda è questa, alquanto lunga e forse pure di buon senso notarile. Nel 2010 due genitori avevano avuto una bambina e, vittime precoci di fake news, avevano firmato di comune accordo una lettera di obiezione di coscienza all’obbligo vaccinale. Poi si erano separati e il padre aveva cambiato idea – le cronache non dicono se i due fatti siano correlati. La mamma neanche a dirlo, e si è finiti in tribunale, nel 2014. Il quale tribunale civile di Modena ha ora sentenziato: “La bambina va sottoposta alle vaccinazioni previste dal vigente piano vaccinale, anche in assenza del consenso della madre”. Alla quale madre nulla è servito aver portato in aula come consulente Stefano Montanari, guru no vax, quello che sostiene che i vaccini siano pieni di pericolose nanoparticelle. La bambina nel frattempo s’è fatta grandicella, ha fatto solo l’antitetanica ma per il resto è sopravvissuta. Il giudice ha ritenuto “non lesive del diritto alla salute della figlia le ulteriori vaccinazioni”, aggiungendo nel frattempo è stata approvata la legge che ha esteso il numero delle vaccinazioni obbligatorie in Italia. Se adesso troviamo anche un vaccino per impedire alla Lorenzin di fondare un nuovo partito “fatto da persone normali”, siamo praticamente in sicurezza.