Sergio Patty e la repubblica dei ragazzi del Piper
Gli auguri di Diego Fusaro, il discorso di Mattarella e l'augurio di Patty Pravo per il 1918. E’ stato un Capodanno tranquillo, anche se un filo horror
Che volete che sia. E’ stato un Capodanno tranquillo, anche se un filo horror. E’ stata la notte di San Silvestro in cui un improbabile ma pare indiscutibile maître à penser come Diego Fusaro, praticamente un Picasso della parola, twittava auguri per un 2018 di “baldanzosa rivolta e di ragionata indocilità oppositiva al plusgodimento acefalo coessenziale al modus vivendi dei pecoroni”. Pensate che razza di veglione deve aver passato, dopo. E’ stato l’ultimo in cui Ninjia Nainggolan era più sbronzo di un intero parterre grillino in piazza del Popolo. L’ultimo in cui Lourdes Ciccone, figlia, insisteva a instagrammare le sue ascelle più rigogliose del caro estinto Spelacchio. Ognuno dal Capodanno spreme quello che può, e ne trae aruspici per il futuro. Perciò che volete che sia, se una radiosa signora italiana che sempre sarà una ragazza, la Ragazza del Piper, era lì a far mezzanotte come un italiano su due, su RaiUno, a tirare in lungo per l’“Anno che verrà” e al momento buono, invece del solito bestemmione d’occasione, con l’alterigia di una divina, ha augurato agli italiani un “buon 1918” da strappare applausi fino a Vittorio Veneto. Ma lei è la Ragazza del Piper, è un secolo che balla sul calendario con il battito di un’istante delle sue ciglia assassine. Del resto, se persino Mattarella ha messo a confronto i giovani del 1918 che andavano in guerra con quelli del 2018 che invece vanno a votare. E allora o siamo tutti ragazzi del Piper, o siamo una Repubblica del piffero.