Cruxman, il super prete
A Lissone non hanno bisogno di superman come Fontana, e a dirla tutta manco dei presepi di Salvini, per sognare in grande. Basta un film su don Beppe
Chiedo scusa se (ri)parlo di Lissone, ridente cittadina brianzola di indefessi mobilieri e altri fatturatori seriali, ingentilita da un’urbanistica che sembra disegnata quando andava di moda Tetris. Ma qui succedono cose strane. Anzi no, belle. Nel giorno in cui Attilio il Terrore di Dio si lancia nella difesa della razza bianca, compresi i suoi usi e costumi, si scopre che a Lissone non hanno bisogno di superman come lui, e a dirla tutta manco dei presepi di Salvini, per sognare in grande. Sono di razza padana, qui, e di solide e operose radici cristiane. Insomma c’è la Gpg Film, una casa cinematografica nata all’oratorio, con una telecamera “presa in prestito dal cognato del mio migliore amico” che sta per distribuire in 170 sale il suo ultimo blockbuster. Girato negli studios della parrocchia, ma con tanto di effetti speciali: si intitola Cruxman, la storia di don Beppe, prete scazzottatore a fin di bene e dotato di poteri da quasi supereroe. Ma non c’è niente da ridere (da divertirsi loro giurano di sì, il modello insuperato lo showbitz à la don Bosco, vedremo), il film è una produzione seria. Per quanto per realizzarla – costo 20 mila euri – la giovane factory che ha già realizzato altri film (lavora dal 2004) non abbia chiesto né avuto un soldo. Anzi, il ricavato dei biglietti andrà in opere sociali. Ma non manca niente. Sceneggiatura, musiche, scene d’effetto. E niente, dalle buone idee super-eroiche nascono i Jeeg Robot, ma anche negli oratori brianzoli non si fanno mancare niente. Noi si andrà a vederlo di corsa, e viva il cinema italiano.