Pirozzi che non sghignazzò, ma alla carriera ci prova
Ieri, presentando la sua Lista dello Scarpone, a Roma: “Le mamme devono tornare a fare le mamme: da presidente proporrò ore di lavoro pagate dalla Regione”
Classico italiano: a ogni terremoto, a ogni alluvione o Rigopiano, ci sono sempre i bastardi, gli sciacalli che ridono. E l’indignazione e l’anatema del paese che cinico non è. A volte non era vero, non era così. Ma amen. Poi spunta fuori il sindaco Pirozzi, Sergio, da Amatrice. E magari non ha ghignato, lui, ma come ognun vede una carriera politica sta provando a costruirla sulle macerie, senza protezione civile. E non s’indigna nessuno. Il sindaco che sbuca in politica, regionale con visibilità nazionale, con la grazia dello scarpone chiodato.
Ieri, presentando la sua Lista dello Scarpone, a Roma: “Le mamme devono tornare a fare le mamme: da presidente proporrò ore di lavoro pagate dalla Regione”. “Le tate straniere non insegnano i valori fondanti di questa nazione”. E poi venite a dirci di Fontana, Attilio: ma trovate la differenza. Pirozzi che “per quello che riguarda infrastrutture, politiche sociali, una visione del paese, il Duce ha fatto grandi cose” (forse Emanuele Fiano dormiva). Pirozzi che “mi hanno offerto tante cose, ma non tutte le persone sono in vendita”. Pirozzi che lo hanno contattato anche Renzi e Zingaretti (quasi roba da tenersi stretta la Lorenzin, se accettano un consiglio). Pirozzi che si presenta come “la voce dei territori” e dialogante, ma se lo fanno incazzare “divento una bestia”. Pirozzi, insomma. Che forse non avrà sghignazzato, ma sembra il vecchio Tonino di Pietro, quello dei Valori.